Alla vigilia della sua fulminea beatificazione, in un libro pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere, il vaticanista de "La Stampa" Giacomo Galeazzi e il giornalista d'inchiesta Ferruccio Pinotti smontano il mito del papa polacco e rivelano il lato oscuro del suo pontificato. I due autori lasciano da parte i miti e il carisma legati al pontefice e si concentrano su alcuni aspetti meno celebrativi ma altrettanto significativi. I due autori si concentrano sulle relazioni pericolose di Wojtyla con il cardinale Marcinkus, il banchiere Roberto calvi (trovato impiccato sotto il ponte di Blackfriars a Londra) e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Carter Zbigniew Brzeinski.
Non mancano riferimenti ai rapporti del Vaticano con la loggia massonica P2 e sul flusso di denaro (spesso frutto di affari illeciti) verso il movimento di Solidarnosc in funzione della lotta anti-comunista di cui Wojtyla era un accesso sostenitore. Secondo Galeazzi e Pinotti l'impegno contro Mosca del Vaticano fu tanto grande almeno quanto il silenzio di fronte alle brutali violazioni dei diritti umani operate dalle dittature in America Latina. Qui il papato si sarebbe macchiato di un altra colpa benedicendo un violento dittatore come Pinochet e tacendo di fronte al sacrificio del Vescovo Romero in Salvador, assassinato dalla dittatura nel 1980.
Ma non é solo nelle grandi questioni internazionali che il Pontefice avrebbe mostrato una certa spregiudicatezza. I due autori sottolineano anche come Wojtyla abbia dato grande spazio a movimenti interni come l'Opus Dei e CL, molto interessati al potere e al denaro e con buoni collegamenti con il mondo degli affari. Una tale politica nel lungo termine sarebbe quella di frammentare la stessa chiesa cattolica. In mezzo a tutto questo attivismo ci sarebbe stato poco spazio per la ripresa di un dialogo con protestanti e ortodossi. Anzi il Papa, secondo i due giornalisti avrebbe accentuato il concetto di primato della chiesa cattolica sottolineando i suoi aspetti più conservatori e ridimensionando i progressi fatti con il Concilio Vaticano II. Più che un uomo di Chiesa quello che emerge dalle pagine del libro è il ritratto di uno statista machiavellico che cerca di perseguire il suo obiettivo strategico facendo ricorso a qualunque mezzo sia necessario e senza farsi troppi scrupoli. Secondo gli autori non sarebbero poche all'interno della Chiesa le personalità contrarie alla beatificazione di Wojtyla e ci sarebbe chi ritiene più giusta una beatificazione del Vescovo Romero.
Tuttavia la pressione mediatica e l'aura quasi divina che circonda la figura del papa polacco non avrebbero permesso una seria analisi del suo pontificato in tutti i suoi aspetti. Un'operazione che se fosse stata fatta avrebbe potuto rendere più difficile l'evento che si terrà in San Pietro il prossimo 1 Maggio.
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