giovedì 29 settembre 2011

Metti un espresso nel motore

Due diverse vetture ad alimentazione "alternativa" infrangono altrettanti record velocistici: quella a caffè viaggia per centinaia di chilometri, quella ad aria compressa è super-veloce
Roma - Del caffè non si butta via niente: per informazioni, chiedere ai tecnici di Teesdale Conservation. Gli intrepidi volontari hanno realizzato quella che chiamano "Coffee Car", un'automobile alimentata a caffé capace di raggiungere velocità di punta di tutto rispetto e viaggiare per un bel po' di chilometri con una sola "ricarica" di scarti di moka.

La Coffee Car è una Rover SD1 modificata, alleggerita di quasi 250 chilogrammi di peso "in eccesso" e dotata di un motore V6 alimentato con un sistema di gassificazione montato nel cofano. L'impianto gassificatore brucia legna mista a scarti di caffè ad alte temperature, producendo un gas sintetico (composto da monossido di carbonio, idrogeno e metano) che viene foraggiato al motore a combustione della vettura.

L'auto al caffé britannica ha appena stabilito un record di velocità di quasi 125 chilometri orari, con una velocità media di 107 km/h: il precedente record di velocità stabilito da una "auto a legna" era di 76 km/h. Il tragitto coperto dalla Rover SD1 al caffé è stato di 336 chilometri: la distanza che separa Londra da Manchester.
L'altro record velocistico è stato stabilito dalla Ku:Rin di Toyota, una concept car monopostoalimentata ad aria compressa: in questo caso la velocità di punta raggiunta è stata di oltre 129 chilometri orari, con un'autonomia di marcia decisamente più contenuta (3 chilometri) rispetto a quella della Coffee Car britannica.

Bersaglio Mobile - Caso Lavitola



Cinque considerazioni:
1) Scoop colossale, nessuno lo nega. Mi domando però cosa possano aver pensato i magistrati guardando Mentana intervistare un latitante in diretta tv. Lavitola dovrebbe essere torchiato in un tribunale, più che in uno studio televisivo.
2) Lasciamo perdere per un attimo la questione del "luogo misteriosodove si nasconde Lavitola" (si collegano via satellite e nessuno riesce a capire dov'è? La Farnesina dichiara comicamente di essersi attivata per scoprirne l'ubicazione e La7 due giorni dopo lo intervista in diretta?). Cosa ci ha guadagnato *lui* da quest'intervista esclusiva?
3) Le due ore di intervista mi hanno lasciato perplesso. Un semplicespettatore non ha la capacità di districarsi in quel ginepraio di date, avvenimenti, luoghi ed affermazioni, e ne può uscire confuso (vedi punto 1).
4) Così come la luce attrae la falena, il potere attira i personaggi come Lavitola. Mi inquieta il solo pensare a quanti ne gravitino giornalmente attorno a politici, industriali e star dello showbiz, pronti ad assecondarele volontà più turpi e ad approfittare di ogni situazione, nutrendosi di fama, successo e denaro come sanguisughe.
5) "Che mestiere fa, signor Lavitola?" è stata la domanda chiave. Imprenditore ittico, consulente per Finmeccanica, direttore del giornale L'Avanti, amico dei potenti del Sudamerica e mille altre cose. Un intrallazzatore con le mani in pasta un po' ovunque. E' il secondo che scopriamo in poche settimane (l'altro era Bisignani). Impressionante rendersi conto di quanto poco sappiamo di ciò che sta dietro al Vero Potere. Chi è tutta questa gente? Quanto è vasto e profondo l'oceano di compromessi, accordi sottobanco e favori/compiacenze che regolano le attività umane ai più alti livelli?

Bacio lesbico a bordo dell'aereo, Leisha Hailey cacciata dal volo. E' polemica


"Questo è un volo per famiglie. I baci non sono consentiti". Con queste parole una hostess dellaSouthwest Airlines ha cacciato dall'aereo l'attrice Leisha Hialey, 30 anni, e la fidanzata stilista Nina Garduino. Si dice vittima di una discriminazione l'attrice statunitense Leisha Hailey. E mentre Hailey giura vendetta, la compagnia americana descrive l'incidente in modo leggermente diverso.
IL BACIO DELLE POLEMICHE - Lei è Leisha Hailey, 40 anni, musicista e attrice. È stata Alice Pieszecki nel popolare telefilm The L World, ma è apparsa pure in Csi e Grey's Anatomy. L’altra è la 32enne musicista e fidanzata Camila Grey. Entrambe oggi formano la band indie Uh Huh Her. Lunedì scorso le due donne, che hanno una storia da qualche mese, si sono infatti scambiate un bacio a bordo di un volo da Baltimora a St. Louis. Un’assistente di volo della compagnia low-cost è intervenuta, si sarebbe avvicinata alla coppia ed avrebbe esclamato: "Questo è un volo per famiglie. I baci non sono consentiti!". A causa di quella presunta osservazione, se vera indiscutibilmente discriminatoria, è scoppiato il putiferio, tanto che le due donne sarebbero state scortate fuori dall’apparecchio dai membri dell’equipaggio. Se non altro questo racconta la diretta interessata, Leisha Hailey. Ora l’attrice riversa tutta la sua collera su Twitter: «Boicottate Southwest Airlines; loro non ci vogliono». E ancora: "È uno scanadalo!»; "Dalla Southwest esigo delle scuse pubbliche e un rimborso"; "L'odio non è un valore da trasmettere alle famiglie". Ai sui 23 mila seguaci sul microblog ha aggiunto di non volare mai più con la compagnia statunitense che, a suo avviso, assume personale omofobo. "È stato solo un bacio modesto", afferma, "da quando l’affetto per qualcuno che ami, dimostrato in pubblico, è illegale?" Hailey mette inoltre in discussione il termine "compagnia aerea per famiglie".
Leisha Hailey 400

LE LINEE GUIDA - La Southwest Airlines, che oltretutto si promuove per essere la linea aerea ufficiale dell’organizzazione Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD), ha spiegato che diversi passeggeri si sarebbero lamentati per l’"eccessivo" sbaciucchio tra Hailey e la sua amica. Ciò nonostante, non è la prima volta che la compagnia di Dallas finisce nelle cronache per alcune linee guida forse prese troppo alla lettera. Nel febbraio dello scorso anno il regista di "Clerks", Kevin Smith, è rimasto a terra perchè "troppo grasso", a inizio settembre il rocker Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day, ha dovuto lasciare l’apparecchio per colpa di pantaloni troppo larghi e bassi. In tutte le occasioni la compagnia aerea ha poi chiesto scusa. Anche stavolta Southwest Airlines ha cercato di limitare i danni (all’immagine): "La nostra squadra agisce sulla base del comportamento, non del genere dei passeggeri", è stata la replica. In altra parole: "Hailey non è stata allontanata dall’aereo per il suo orientamento sessuale, ma perchè la disputa tra lei e il personale di bordo si stava inasprendo. L’equipaggio ha ritenuto fosse meglio risolvere la questione a terra e non a bordo", si legge nel comunicato stampa.
VIDEO E AUDIO - Al centro della discussione nei forum americani c’è la domanda quanto "eccessivo" possa effettivamente essere stato quel bacio tra Hailey e la sua partner per far arrabbiare così tanto i passeggeri. Hailey sostiene di aver documentato il presunto incidente con il suo telefono cellulare e di essere in possesso delle registrazioni audio e video. Nel frattempo però è già cliccatissimo in Rete l’animazione che descrive l'episodio, creato dalla oramai nota tv taiwanese Nma.

Dimenticano il sondino, muore soffocata


Donna 27enne malata di tumore e ricoverata all'ospedale Humanitas di Rozzano (Milano), é morta per soffocamento perché i medici non le hanno applicato un sondino drenante che avrebbe impedito il blocco dell'apparato respiratorio

Malata di tumore e ricoverata all'ospedale Humanitas di Rozzano (Milano), é morta per soffocamento perche', stando all'ipotesi della procura di Milano, i medici non le hanno applicato un sondino drenante che avrebbe impedito il blocco dell'apparato respiratorio.
Per questo il pm Maurizio Ascione, ha chiesto il processo per 4 medici con l'accusa di concorso in omicidio colposo, aggravato dalla violazione dell'arte medica. La donna, 27 anni, affetta da neoplasia, aveva subito la resezione dello stomaco nel luglio del 2009, ma i medici, ne' durante l'operazione, ne' in un secondo momento, le hanno applicato un sondino naso-digiunale all'altezza dell'esofago che, in queste circostanze, serve per drenare la bile e gli altri acidi dello stomaco, evitando che si accumulino nell'apparato respiratorio.

Dopo l'operazione, la ragazza ha cominciato ad accusare forti dolori al torace e aveva difficolta' a respirare, ma, stando alla procura, i medici non hanno sospettato che la sofferenza della giovane fosse motivata dalla mancanza del sondino e le avrebbero somministrato antibiotici non adeguati. La ragazza e' morta poco dopo l'intervento per insufficienza respiratoria. La richiesta di rinvio a giudizio e' stata accolta dal gup Andrea Salemme, che ha fissato l'udienza preliminare il prossimo 11 ottobre.

Gli ambientalisti mollano De Magistris "Altro che discontinuità col passato"

vendola de magistris 420


"La rapidità condiziona il dibattito... abbiamo bisogno di decisioni in tempi rapidi... sull'America's Cup la tempistica è obbligata, o sì, o no". Il primo cittadino di Napoli sta parlando in Consiglio sulla vicenda Bagnoli, e al quarto piano dello stesso palazzo comunale di via Verdi gli ambientalisti lo seguono, increduli, in video: "Guardate che non è Bassolino, è de Magistris", ironizza Paolo Nicchia, uno degli organizzatori dell'assemblea pubblica convocata dall'Assise per Bagnoli nel giorno dell'annuncio ufficiale (poi slittato) dell'Acea sulle regate della discordia.

La Coppa America, grande evento che travolge le promesse di trasparenza e discontinuità brandite da Giggino in campagna elettorale, gonfia infatti le vele del dissenso proprio su quei vascelli dei movimenti che avevano aperto la rotta verso la vittoria dell'ex pm. E che adesso non presentano il conto, ma un corposo cahier de doléances quello sì. Comincia subito a sfogliarlo Massimo Di Dato, che dell'Assise di Bagnoli è il coordinatore, con una relazione che è una requisitoria contro la "retorica degli annunci che sembra ricalcare le giunte precedenti".

Di Dato critica la politica dei grandi eventi, sottolineando che la Coppa America risponde solo alla logica dello sfruttamento affaristico del territorio: costi elevati, che ormai toccano i 25 milioni di euro, e un beneficio pubblico tutto da dimostrare. Mentre trionfa la retorica di un Piano regolatore dichiarato intoccabile e che continua invece a essere toccato, mentre gli obiettivi della cittadinanza restano altri: "rimuovere la colmata a mare, bonificare i fondali, ripascimento degli arenili: tutto il resto è fumo negli occhi" e soprattutto è, a suo avviso, licenza per Bagnoli Futura di svendere i suoli in uno spregiudicato gioco speculativo che Franco Specchio, ex Pcdi, definisce nel suo intervento "Il Grande Imbroglio di Bagnoli, anzi la madre di tutti gli imbrogli, ieri per Bassolino e oggi per Sodano".

E se de Magistris si becca nel corso del dibattito più di un cartellino giallo per star praticando un metodo di governo decisionista alla faccia della partecipazione sempre evocata, al vicesindaco Sodano gli ambientalisti contestano l'ottimismo per le ricadute previste (380 mila presenze nei 9 giorni di regate, un villaggio, un'area vip e un'area tecnica non fisse ma disposte su un tappetino di cemento lievemente appoggiato sull'odiata — a chiacchiere — colmata, uno spot mondiale straordinario per Napoli grazie alla regata aggiuntiva a via Caracciolo...) e soprattutto rimproverano la tempistica ("Sodano dice che prima di due anni la colmata non è rimovibile per motivi tecnici, e allora tanto vale sfruttarla per la Coppa; ma perché ritardare comunque di due anni l'avvio delle procedure?"); il timore è che l'America's Cup (anzi, le regate preparatorie previste per Napoli) siano il cavallo di Troia per dimenticare la bonifica e il parco, incrementando le cubature per edilizia residenziale ("Sono già passate dai 367 mila metri cubi previsti nel '98 ai 638 mila odierni, cambiando il senso di tutta l'area", avverte Di Dato: "Un grosso favore ai privati, un grosso sfavore all'interesse pubblico").

Questo è il popolo che ha acclamato l'istituzione delle assemblee di popolo, ma che adesso comincia ad avere il dubbio che la partecipazione attiva possa diventare uno slogan vuoto: "Rinunciamo a partecipare a consulte tecniche fino a quando l'assessore Lucarelli non darà risposte sugli effettivi meccanismi di partecipazione attiva", dice Sergio Fedele di Napoli punto e a capo. Punto e a capo anche per Nicola Capone, segretario dell'Assise di Palazzo Marigliano: "Grandi eventi uguale leggi speciali, il che vuol dire assenza di controllo da parte della cittadinanza". Niente regate a Bagnoli perché "la colmata inquina i fondali, è un pericolo pubblico", e per questo ne è stato chiesto il sequestro, come "corpo di reato". E un sindaco, per di più ex magistrato, può rischiare che un corpo di reato venga sequestrato, magari nel bel mezzo dello strombazzato evento internazionale? De Magistris si rende conto che la scelta di Bagnoli "non è illegittima, ma illegale?" (Specchio). E poi, perché Bagnoli e non il molo San Vincenzo, oppure — ruggisce l'architetto Aldo Loris Rossi — Nisida, "che è un porto inaffondabile da duemila anni, mentre gli incompetenti che stanno approntando i progetti per Bagnoli non sanno che ciò che vorrebbero costruire andrebbe spazzato via dalla prima mareggiata?". E il rischio bradisismo? E la viabilità per far spostare quelle decine di migliaia di turisti da e per una zona impraticabile della città?

I perché si accavallano, e Antonio D'Acunto, coordinatore Vas Campania, prova a razionalizzarli: «Vogliamo che tutte le scelte e tutti i progetti per Napoli vengano ridiscussi sull'asse sempre dichiarato da de Magistris, che è la discontinuità col vecchio modo di amministrare, pensate che cosa sarebbe successo se fosse stato un altro sindaco a convocare un Consiglio solo per ratificare scelte già compiute». Bagnoli diventa così il banco di prova su cui misurare la volontà di sindaco e giunta di affrontare in modo innovativo altri temi come l'area orientale, o la sempre incombente questione rifiuti. Per verificare le reali intenzioni di de Magistris l'assemblea propone un confronto pubblico, carte e perizie alla mano, tra gli esperti che hanno attestato l'impraticabilità dell'opzione-regate a Bagnoli, e le istituzioni che la sostengono. Subito dopo, una grande assemblea di popolo — cittadina o bagnolese, si vedrà — per ribadire che Napoli non firma cambiali in bianco a nessuno. Neppure al sindaco che aveva scassato.

Anni di silenzio, il vento è cambiato Le donne di Milano alla riscossa


"Milano: un bene comune? Come la immaginano, la pensano, la vogliono le donne che ci vivono". Incontro della Commissione Pari Opportunità con le cittadine di Milano (Sala Alessi, Palazzo Marino).L'incontro, già di per sé, ha costituito una novità dirompente. La sala era stracolma e donne dal capo canuto o dalle chiome colorate si salutavano e si riabbracciavano come in una specie di 'day after', riconoscendosi in legami passati o nuove alleanze. Tra di loro, come a connettere le maglie strappate e i buchi tristi di una generazione saltata c'erano anche le giovani. Sedute, in piedi, accovacciate lungo il corridoio sono state salutate dalla Presidente della Commissione delle Pari Opportunità Anita Sonego, dalla Vice Presidente Marilisa D'Amico e dal Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo. Al tavolo si è aggiunta la neo delegata alle Politiche per le Pari Opportunità Francesca Zajczyk che ha chiesto la collaborazione di tutte per aiutarla a procedere in un ruolo tutto da 'inventare' nelle modalità ma non certo nei contenuti.
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Di contenuti ne sono venuti fuori tanti, si direbbe tutti. Tutti quelli che in questi anni sono stati oggetto di discussione, denuncia, sofferenza, disagio ma anche speranze, improrogabili esigenze, un modo imperante di vedere il mondo e di starci dentro. Li hanno elencati le rappresentanti di una miriade di associazioni femminili da quelle storiche alle più recenti e, dunque, facendo sicuramente torto a qualcuna che può sfuggire alla memoria, dall'UDI alla Libera Università delle Donne, da Usciamo dal Silenzio a Donne in Quota, da DiNuovo a FIDAPA e ancora da giuriste a ginecologhe a sociologhe fino all'antropologa africana che, in perfetto italiano, ha trascinato vorticosamente l'uditorio attraverso le maglie dell'essere donna ad essere migrante, da una terra all'altra, da una cultura all'altra, da una religione all'altra per farlo approdare, senza fiato ma rassicurato, in una essenza femminile comune.


E, tirando le fila di tutto questo, un dato è rilevante: quanto hanno lavorato le donne in questi anni di silenzio e di violenza. Quanto hanno tenacemente tenuto le loro voci e le idee; nel pubblico e offensivo silenzio le hanno custodite e ora che 'il vento è cambiato' è bastato uno sguardo per dirsi pronte.
E quando il Sindaco Giuliano Pisapia è entrato, ad incontro iniziato,con l'aria discreta di un ospite è stato travolto da fragorosi applausi. Ha tentato di schivarli ma non c'è riuscito e dopo aver  ringraziato ha chiesto ancora la collaborazione di quelle donne e di tutte le altre, delle quali non ha dimenticato né il sostegno né le aspettative.

Incontri con i relativi punti da discutere, come quelli suggeriti stasera, sono previsti con cadenza trimestrale.
Oltre che un'opportunità civile sembra anche una nuova modalità di fare politica. Restiamo in attesa.

Malasanità in Puglia, 41 indagati E i malati chiamano in causa Vendola

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La Procura della Repubblica di Bari ha fatto notificare l’avvisodi conclusione delle indagini preliminari a 41 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo della sanità in Puglia. L’indagine, condotta dai pm Desirè Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone, ha quale principale indagato l’ex assessore regionale della Puglia alla Sanità Alberto Tedesco. A 20 indagati è contestata l'associazione per delinquere; altri reati contestati sono concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Come riporta laGazzetta del Mezzogiorno
I 20 indagati di associazione per delinquere finalizzata a commettere “reati contro la pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, concussione e turbativa delle gare di appalto” avrebbero orientato “l'esercizio della funzione pubblica degli uffici delle Asl pugliesi”.
Ciò sarebbe avvenuto “inserendo ai vertici delle Asl direttori generali di propria fiducia, i quali, in accordo con i referenti politici, nominavano a loro volta, su indicazione dei referenti politici, come direttori amministrativi e sanitari (secondo livello) e come primari (terzo livello) persone legate a Tedesco e a Malcangi (ex segretario di Tedesco, ndr) in modo da costituire una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso Tedesco in occasione delle competizioni elettorali”.
Ai 41 indagati sono contestati, a vario titolo, oltre ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, anche la rivelazione del segreto d’ufficio, la truffa, la corruzione, falso materiale e ideologico e peculato.
Nell’elenco, accanto al nome del senatore Alberto Tedesco, all’epoca dei fatti assessore pugliese alla Sanità, figurano quelli dei vertici delle Asl pugliesi. In particolare Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, e i suoi colleghi della Bat, Rocco Canosa, e di Lecce, Guido Scoditti. Indagati anche gli allora direttori generali dell’Irccs 'De Bellis' di Castellana Grotte, Giuseppe Liantonio, e dell’Oncologico di Bari, Nicola Pansini, nonchè l’allora direttore amministrativo dell’Arpa Puglia, Marco De Nicolò. C'è anche, tra gli indagati, l’attuale capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio De Caro, il quale, secondo i pm, avrebbe tentato di ottenere un intervento di Tedesco per favorire un suo parente in un concorso pubblico. I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra il 2005 e il 2009.
LE ACCUSE A TEDESCO - Secondo la procura di Bari, l’ex assessore sarebbe stato a capo di una organizzazione parallela che orientava le nomine dei manager e dei primari e che truccava gli appalti. In questa «cupola» c’erano il suo braccio destro Mario Malcangi, i suoi collaboratori Adolfo Schiraldi e Aldo Sigrisi, il genero Elio Rubino, gli ex manager sanitari Vincenzo Valente, Guido Scoditti e Rocco Canosa, dipendenti delle Asl e imprenditori. A Tedesco vengono anche contestati (in concorso con altri) tre episodi di concussione, uno di corruzione, quattro abusi d’uf ficio, due turbative d’asta, il concorso in rivelazione di segreto d’ufficio.

L’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE - A febbraio il gip Giuseppe De Benedictis aveva concesso solo 9 delle 22 misure cautelari richieste dai pm della procura di Bari. In particolare, non aveva riconosciuto l’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza per l’accusa di associazione a delinquere, così «salvando» 19 dei 24 indagati (oggi diventati 41). L’associazione è stata ripristinata dal Riesame, che ha finora disposto gli arresti domiciliari sia per Tedesco sia per il genero Elio Rubino, congelati perché entrambi hanno presentato ricorso in Cassazione. Se la Suprema Corte dovesse confermare il provvedimento a carico di Tedesco, per eseguirlo la procura dovrebbe chiedere un nuovo via libera al Senato: Palazzo Madama a luglio ha già detto «no» all’ar resto disposto sulla base dell’ordinanza di De Benedictis. Ora, comunque, la procura ha modificato l’impu - tazione di associazione per delinquere aggiungendo la violazione alla legge sul finanziamento ai partiti.

LE NOMINE - I magistrati ritengono che Tedesco pilotasse «le nomine dei dirigenti generali delle Asl pugliesi effettuate dalla giunta regionale verso persone di propria fiducia»: attraverso questi manager, secondo la procura, l’ex assessore poteva «controllare la nomina dei direttori amministrativi e sanitari in modo da dirottare le gare di appalto e le forniture verso imprenditori a lui legati da vincoli familiari (Rubino e Balestrazzi) o da interessi economici e elettorali (Columella e Petronella) intervenendo attivamente sui direttori generali e sui dirigenti amministrativi per destituire dal loro incarico persone che non obbedivano ai suoi ordini».

GLI APPALTI TRUCCATI - Lunga la lista degli appalti che sarebbero stati truccati. Si parte dall’ormai famosa gara per lo smaltimento dei rifiuti sanitari della Asl di Bari, vinta dalla Viri di Altamura (grazie, secondo la procura, all’intervento di Tedesco). Ci sono poi la proroga dell’appalto per l’a rchiv io della Asl Bari e tre lotti dei lavori per il nuovo Oncologico di Bari, aggiudicati secondo i magistrati a ditte vicine all’ex assessore. A Lecce, secondo la procura, sarebbero stati truccati un appalto per le pulizie (vinto dall’Ati Cns-Biologica) e una fornitura per il poliambulatorio di Martano, nella Bat un contratto per l’assistenza tecnica e l’acquisto di ecografi.

I MANAGER «AMICI» - Tra gli indagati c’è mezzo management della sanità pugliese ai tempi di Tedesco. L’ex direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino, gli ex direttori generale e amministrativo della Asl Bat, Rocco Canosa e Felice De Pietro, l’ex direttore sanitario della Asl di Lecce, Franco Sanapo, l’ex direttore amministrativo del «De Bellis» di Castellana, Tommaso Stallone. Indagato (insieme a suo padre e a suo cugino) anche il capogruppo Pd alla Regione, Antonio Decaro: sono accusati di aver fatto ottenere al cugino, tramite Tedesco, le tracce di un concorso all’Arpa.

LA COSENTINO - Alla Cosentino viene contestato un solo episodio: il concorso per il primariato di oculistica all’ospedale di Terlizzi. La ex manager, insieme a Tedesco, a Malcangi, al medico Antonio Acquaviva e ad un dipendente avrebbe truccato la delibera contenente il contratto: l’accusa è concorso in abuso d’ufficio e falso ideologico e materiale.
MANCA LA PET-TAC: MALATI CONTRO VENDOLA- Saranno il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il direttore generale della Asl di Lecce, Valdo Mellone, a dover spiegare, nell'udienza del prossimo 26 ottobre, a un giudice di pace del Tribunale del capoluogo salentino, Luigi Piro, come mai fino a poche settimane fa l'intera provincia non disponesse di una Pet-Tac (si tratta di uno strumento fondamentale nel trattamento e nella diagnosi dei tumori) pubblica o privata in convenzione. I due, infatti, sono stati citati come testi nell'ambito di un procedimento civile promosso contro la Regione Puglia da cinque persone affette da patologie tumorali, costrette a sborsare tra i 600 e i 1000 euro per sostenere l'esame presso uno studio privato. I cinque (in realtà uno di loro è purtroppo deceduto a causa della malattia e pertanto sono gli eredi a comparire in giudizio), assistiti dall'avvocato Massimo Todisco, responsabile anche dell'ufficio legale del Codacons, hanno chiesto un risarcimento danni pari ad alcune migliaia di euro per aver subito una violazione del diritto alla salute. Del resto era stata proprio la giunta Vendola, il 2 marzo 2006, a stabilire che in Puglia fossero necessari otto apparecchi Pet-Tac (cinque pubblici e tre privati) e a dimostrare, fornendo dati statistici estremamente accurati, che addirittura questo numero si sarebbe potuto rivelare insufficiente.
In sintesi la Regione nel 2006 aveva stabilito che vi fosse una Pet ogni 750mila abitanti. Un'esigenza disattesa nella provincia di Lecce dove, secondo i dati del 2010, gli abitanti sono oltre 810mila. Secondo quanto riportato nell'atto di citazione, la mancanza di una Pet-tac sul territorio, ha leso un diritto fondamentale alla salute, sancito anche dalla Carta costituzionale, specie se rapportato alla gravità della malattia delle cinque persone che hanno citato in giudizio l'ente regionale. Si tratta, infatti, di malati tumorali in uno stadio avanzato, per cui non era possibile sottoporsi alle lunghe liste d'attesa delle sedi dotate del prezioso strumento (Bari, Brindisi e San Giovanni Rotondo) o sottoporsi a lunghi e faticosi viaggi della speranza. L'unica possibilità rimaneva quella di eseguire l'esame a pagamento.
La Regione, costituitasi con la propria avvocatura, si è difesa sostenendo che non vi erano fondi per dare avvio al servizio. Una tesi non condivisa dall'avvocato Todisco, che ha evidenziato come per questo tipo di investimenti vi siano dei fondi dello Stato. Toccherà quindi al governatore e al direttore della Asl spiegare come mai, tra gennaio e marzo del 2011, i malati oncologici leccesi non abbiano potuto usufruire dell'indispensabile esame diagnostico. E non è un caso, forse, che proprio in questi giorni la Asl di Lecce abbia finalmente firmato, dopo mesi di polemiche e di attesa, la convenzione, valida fino alla fine del 2011, con lo studio radiologico Calabrese di Cavallino, l'unico in possesso del prezioso strumento in tutta la provincia.

"Non ho tradito Silvio, sono fedele" Ma sulla Comi l'incognita Formigoni

lara comi piscina 2



Lara Comi proprio non ci sta ad essere dipinta come l'irriconoscente che ha usato Berlusconi per fare carriera e che adesso lo scarica. "Ho parlato proprio oggi con il presidente e ci siamo chiariti", confida adAffaritaliani.it. "Le mie parole sono state strumentalizzate dai giornali. Non c'è nessuna polemica". La polemica, a dire la verità, c'è. Ma per capire bisogna fare un passo indietro.
Sul settimanale 'Oggi' è stato pubblicato un articolo in cui l'eurodeputata viene inserita tra le "veline del premier".  Ma Comi non si sente certo una delle "131 dame del Papi" e così dichiara ai giornali di non aver niente a che fare con la Began, la Daddario e le altre 'Papy Girl'. E anzi, rivendica la sua gavetta politica "durata dieci anni" (anche se la prima elezione risale al 2003).

 "Sono la prima ad essere riconoscente al presidente, e lui questo lo sa", spiega Comi ad Affari. "E' successo tante volte anche a Berlusconi di essere strumentalizzato e questa volta è capitato a me". Una strumentalizzazione quindi, ma tra le donne del Pdl la stagione dei coltelli non è ancora finita. Prima di approdare a Strasburgo lei, Barbara Matera e Licia Ronzulli, erano additate come "le veline del premier". Comi (laureata alla Bocconi) si è appassionata alle questioni economiche. Matera invece, è stata nominata vicepresidente della commissione per i diritti delle donne. Mentre Ronzulli, infermiera, ha optato per le pari opportunità.

E proprio sulle colleghe "veline" Comi ha voluto fare dei distinguo. "Le altre le ho viste solo nelle campagne elettorali che hanno portato alla loro elezione. Io sono diversa. Ho dieci anni di gavetta alle spalle. Non giudico i percorsi altrui, ma sono fiera del mio". Nel Pdl scoppia il caso e accorre il capogruppo Mario Mauro a difendere le colleghe. E ad Affari la Comi confida: "Io ho parlato solo della mia storia politica, non ho dato giudizi di merito su nessuno. Non è il caso di fare polemiche".

In tutta questa bagarre rimane un punto oscuro: i rapporti tra la bella europarlamentare e il presidente della Lombardia Formigoni. I due, è noto negli ambienti della politica, hanno un ottimo rapporto. Insieme sono andati a vedere il concerto dei Pink Floyd. Che la Comi stia abbandonando Silvio per buttarsi tra le braccia (politicamente parlando) di Roberto?
 

Mortalità infantile, al via "Vogliamo zero"





"Vogliamo zero": parte la campagna Unicef contro mortalità
La fine di morti "inaccettabili". Con questo obiettivo, presso la sede italiana dell'Unicef, e' stata presentata la campagna "Vogliamo Zero", contro la mortalita' infantile.
Ogni giorno muoiono per cause evitabili 21mila bambini sotto i cinque anni. "Nonostante la cifra impressionante, abbiamo dati recentissimi sulla mortalita' che ci danno speranza: il numero di bambini che muoiono ogni anno e' sceso da oltre 12 milioni nel 1990 a 7,6 milioni nel 2010. Rispetto al 1990, sopravvivono circa 12mila bambini in piu' al giorno', cosi' il presidente dell'Unicef Italia, Vincenzo Spadafora. Il quale sottolinea: "L'Unicef e' impegnata per porre fine a morti come queste, inaccettabili. Per questo noi vogliamo arrivare a zero. In tempi di crisi internazionale l'obiettivo e' ambizioso e' necessario il coinvolgimento di tutti: dei giovani volontari di Younicef e di tanti italiani. L'impegno nel raggiungimento del traguardo ci fara' sentire orgogliosi".
Presenti al lancio della campagna Anthony Lake, direttore generale dell'Unicef, Lino Banfi, storico 'Goodwill ambassador', Alberto Angela nominato per l'occasione neo ambasciatore e Linda Laura Sabbadini, direttore del dipartimento per le Statistiche sociali ed ambientali dell'Istat.
"Per ottenere che la mortalita' dei minori di cinque anni, legata a cause evitabili, sia raggiunta, occorre concentrare l'attenzione e gli investimenti proprio per raggiungere i bambini piu' a rischio, quelli dei Paesi piu' poveri- dice Lake- L'emergenza del Corno d'Africa e' crescente. Ancora non si e' giunti al picco di crisi reale. Sono oltre 300mila i bambini che soffrono di malnutrizione e, soprattutto nella Somalia del Sud, muoiono spostandosi con le loro famiglie in fuga dalla siccita'". Per finanziare l'iniziativa, l'Unicef sara' nelle maggiori piazze italiane il 4 ed il 5 ottobre prossimi con la vendita delle orchidee.

Lecce, le avvocate riscrivono la professione: al via la Banca del tempo


Rivoluzione in Salento. Dall'Ordine degli avvocati di Lecce parte un progetto rivolto alle avvocate-mamme: dopo mesi di studio al via la Banca del tempo. L'iniziativa consiste nella creazione di una banca dati per lo scambio di servizi e prestazioni.
Le avvocate iscritte all'ordine sono oltre 2mila e potranno registrarsi nell'apposita sezione dedicata sul sito http://www.ordineavvocatilecce.it/bancadeltempo oppure allo sportello informativo in via Brenta presso la sede dell'Ordine. Potranno poi scambiare tra loro attività legate alla professione o alla formazione. Dunque quello che prima era solo uno scambio di favori diventa ora un servizio ufficiale che gestisce la disponibilità delle iscritte nei confronti delle colleghe.
avvocato 300
L'attività della Banca del tempo sarà sottoposta al controllo dell'Ordine, che vigilerà in base al codice di deontologia professionale. Ogni utente avrà un numero di ore minimo da fornire, sui cui poi si calcoleranno eventuali debiti o crediti. Attivando la cooperazione e il sostegno tra colleghe si produrranno dei meccanismi di facilitazione del lavoro che consentiranno alle avvocate di avere tempo anche per sé e per la famiglia.
Il progetto è nato "per consentire alle avvocate di svolgere più impegni contemporaneamente, ad esempio una sostituzione d'udienza o le attività di cancelleria, che richiedono un dispendio di tempo elevato e che possono essere delegate con semplicità ad altre colleghe", spiega l'avvocato Rita Perchiazzi, referente della Banca del tempo.
E l'assessore al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, sottolinea che "la banca del tempo rappresenta uno strumento di innovazione sociale, in grado di misurare la cittadinanza attiva, la solidarietà e la coesione sociale".