lunedì 23 maggio 2011

Vulcano in Islanda, nube verso l'Europa. Voli ko


Gente aeroporto 5

Torna l'incubo della nube di cenere e lapilli sopra i cieli d'Europa: a poco più di un anno dalla gigantesca eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull, il suo fratello più grande, il Grimsvotn, in sonno dal 2004, si è risvegliato gettando nel panico gli aeroporti europei. Un'enorme nube si è levata dal cratere del Grimsvotn, elevandosi minacciosa fino a 20 chilometri di altezza e l'ente islandese di aviazione ha imposto il divieto di volo in un'area di 220 chilometri attorno al suo pennacchio bianco. Se l'eruzione continuerà con la stessa intensità, sulla base delle previsioni meteo dei prossimi cinque giorni e dell'andamento delle correnti di aria, la nube raggiungerà la Scozia e altre parti della Gran Bretagna martedì a mezzogiorno, per poi dirigersi verso la Francia occidentale e il nord della Spagna entro giovedì o al massimo venerdì prossimo. Le compagnie aeree europee - che durante la crisi dello scorso anno sono state costrette a cancellare 100 mila voli lasciando sul terreno perdite enormi - sono tutte in stato di allerta. Oggi, in una video conferenza hanno fatto il punto sulle prospettive con esperti meteo e di Eurocontrol, l'ente per la sicurezza del traffico aereo europeo.
"Per il momento non c'é nessun impatto sui voli europei e transatlantici e la situazione dovrebbe restare così anche nelle prossime 24 ore", ha assicurato Eurocontrol in una nota diramata dal quartiere generale di Bruxelles, alle 11 di stamattina. L'ente nazionale per l'aviazione civile, Enac, ha precisato che sugli scali italiani non si registra al momento alcuna ripercussione. La situazione dei cieli sarà comunque aggiornata nei prossimi giorni a seconda dello sviluppo dell'eruzione e dell'evoluzione dei venti. A preoccupare gli esperti è il sistema di bassa pressione che sta muovendo verso l'Europa e la Scandinavia e che potrebbe depotenziare la capacità dei venti di disperdere il grumo di polveri e ceneri. Gli spostamenti della nube restano comunque un enigma in quanto - sottolineano gli esperti - non ci sono scenari certi sull'attività eruttiva del vulcano e su come interagirà con le condizioni meteorologiche nelle prossime ore. Il servizio meteo islandese ha indicato che da stasera "sembra che l'attività eruttiva rallenti in modo molto rapido", anche se è impossibile - ha precisato una portavoce - prevedere "come sarà tra 24 ore". La stessa eruzione, che ha risvegliato il vulcano dopo una pausa di sette anni, "ha avuto pochissimo preavviso", ha rilevato Mike Burton, vulcanologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). "L'Islanda è potenzialmente una polveriera, con numerosi vulcani pronti a esplodere. Nessuno, però, è in grado di prevedere quando", ha ammesso.
Le autorità islandesi escludono, al momento, una nuova emergenza come quella provocata tra aprile e maggio 2010 dal vulcano Eyjafjallajokul, che trasformò l'Europa in una enorme fly zone, bloccando otto milioni di passeggeri e causando danni per quasi 5 miliardi di dollari. Con il naso all'insù, c'é chi comincia a fare calcoli sulle conseguenze di un nuovo black-out dei cieli: secondo la Coldiretti, a farne le spese sarebbero non solo i passeggeri, ma anche le tonnellate di merci, tra cui l'export italiano alimentare, che passano dagli aeroporti. La nube dello scorso anno impedì ad artisti famosi di fare le tourneé e a molti leader politici di partecipare a vertici europei e mondiali. Se la storia si ripetesse, potrebbe essere il G8 di Deauville, in Francia, della prossima settimana, ad incappare nei divieti di volo. La nube, come ampiamente dimostrato, non guarda in faccia neppure ai potenti della terra.

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