venerdì 20 maggio 2011

Don Riccardo, "droga per 300 euro al giorno"

Consumava tre, quattro grammi al giorno di cocaina. Don Riccardo Seppia, il parroco ligure finito in carcere per cessione di stupefacenti e per abusi sessuali, era letteralmente schiavo della polvere bianca. Che gli richiedeva una spesa di 300 euro al giorno circa per il rifornimento. La comprava per sè e per offrirla ai ragazzi che invitava nei suoi appuntamenti morbosi.

I suoi pusher erano tre, tutti italiani. A loro chiedeva di procurargli sia la droga sia i bambini. Adesso si tratta di capire dove don Riccardo trovava tutti quei soldi. Il suo stipendio da sacerdote era di 1.200 euro. Dove trovava il resto? I suoi conti correnti e le sue ricchezze personali sono ora al vaglio dei Nas di Milano. Con il passare delle ore, e con l'emergere dei dettagli della doppia vita del prete, ci si chiede però come in Curia non si fossero mai accorti di niente.
FERMATO EX SEMINARISTA AMICO DI DON SEPPIA 
Induzione alla prostituzione minorile continuata e favoreggiamento della prostituzione minorile. Per queste ipotesi di reato e' stato fermato oggi pomeriggio Emanuele Alfano, l'ex seminarista di 40 anni, amico e confidente di don Riccardo Seppia. Alfano si stava imbarcando su una nave MSC dove avrebbe fatto il croupier nel casino' di bordo. Alfano oltre ad avere ricevuto le confidenze di don Seppia sul chierichetto 16enne a cui e' accusato di avere fatto violenza sessuale ('e' fatta. Gli ho dato un bacio in bocca' aveva scritto il prete in un sms indirizzato all'ex seminarista) secondo quanto appreso aveva avuto il ruolo di procacciatore di ragazzini per il sacerdote. Molto addentro ai siti e alle chat gay frequentate anche dal sacerdote, avrebbe presto contattato alcuni ragazzini inducendoli ad incontrarsi con il parroco in cambio cocaina e soldi, 40 euro nel caso di un 17enne, 50 euro nel caso di un ragazzo che aveva appena compiuto 18 anni. In considerazione del ruolo determinante che Alfano ha avuto nell'indagine, con la duplice ipotesi di reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile, il 40enne e' stato sottoposto a fermo di pg.
I TESTIMONI- Tra i testimoni, è stato ascolatato don Piercarlo Casassa, parroco di don Riccardo nel 1985 a Recco (Genova). E don Casassa ha detto ai carabinieri che i comportamenti del prete, appena uscito dal seminario, non gli sembravano adeguati. Ha infatti raccontato che il prete aveva organizzato una gita al mare con i bambini, che si erano successivamente rifiutati di ripetere l'esperienza. Perché non denunciò all'epoca? "Non potevo denunciare nulla di concreto - ha risposto don Piercarlo -. Non ravvisavo nessun reato". E ancora, don Casassa ha detto che don Riccardo stava fuori tutte le notti e il mattino lo passava a letto. Di tutto questo lui ha avvertito i suoi superiori.


Le intercettazioni rivelano un prete che aveva perso qualsiasi freno. Contattava i ragazzi in discoteca o attraverso amici omosessuali. O ancora, tramite i pusher. E poi, c'è quel tatuaggio sulla schiena, un sole a sette raggi con significati satanici. E ci sono frashi blasfeme sull'ostia che fanno pensare a messe nere.
LE TELEFONATE CHOC-  "Difficile da snidare", un uomo che "evidentemente si sentiva al di sopra di ogni sospetto", ossessionato dal desiderio di avere rapporti con "bambini". Questo l'identikit di don Riccardo Seppia, il parroco arrestato venerdi' scorso per pedofilia e cessione di stupefacenti, tracciato nell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Maria Vicidomini. L'indagine prende le mosse nella seconda meta' di ottobre quando i carabinieri del Nas, impegnati a Milano in un'inchiesta sul traffico di anabolizzanti in palestre e saune, si imbattono in una conversazione tra un pusher africano, soprannominato Franky, e il parroco genovese.
Ecco la telefonata: "Ah... niente... senti.... non trovi nessun bambino...?" chiede don Riccardo Seppia a Franky. E' il 22 ottobre. Don Seppia, nella stessa conversazione aggiunge: "... eh che mi piace... non hai tuoi amici che mi vogliono fare di tutto...?". Gli inquirenti si precipitano in procura e aprono un fascicolo sul prete genovese.

Scrive don Seppia a Franky in un sms: "Mi trovi bambini?". Sono le 21 del 22 ottobre. Alle 21 e 26 un altro messaggio: "Hai trovato uomini negri?". Il 23 ottobre altro traffico telefonico tra il parroco e Franky: "Senti, ti chiamo perche' ieri avevi parlato che avevi trovato un ragazzo..." dice il prete. "Si'... io ho trovato pero' lui e' andato in galera... hai capito?" risponde. "Ma ha meno di 15 anni?" chiede don Seppia. "Eh, magari 18..." replica Francy. "E no a me mi serve... mi piace... con meno di 14 anni io li cerco" dice il prete.

Alle 22 dello stesso giorno diventa evidente che Franky ha dei contatti con altre persone in grado di fornirgli bambini per pedofili: "Adesso quando ti interessa dimmi... io chiamo a loro subito uomo: ho capito... se vuoi uno o due... io prendo... capito?" dice Francy al parroco. "Pero' ragazzo probelma..." aggiunge.

Il 29 ottobre don Seppia scrive in un sms: "Trova un bambino 10 anni".

L'ossessione cresce, fino a dicembre, quando Franky sembra abbia trovato la 'preda' giusta. E' il 13 dicembre: "Ti volevo dire, sei riuscito a trovare qualche bambino?" chiede Seppia. Franky dice che, si', lo ha trovato: "Si trovato pero' ancora non c'e'". "Quanti anni?" chiede Seppia. "11, 12..." risponde Franky. "Bene bene - dice Seppia - senti, guardo, guarda se ce l'hai.. che... posso prenderlo". E aggiunge: "Ah bene, me li trovi piu' piccoli?".

La sera del 22 dicembre 2010 Seppia vuole un bambino, e chiama un amico invitandolo ad abusarne insieme: "Stai a sentire, ti volevo dire questo... Ho avuto modo di trovare qualcosa di tenero eh... per noi... quando vengo in su... eh... e cazzo, cosi' ci divertiamo". La cosa non va in porto, il parroco e' furioso e parla con Francy: "Ma puoi trovare qualche madre che ha un bambino... che ha bisogno di coca no?!"

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