giovedì 5 maggio 2011

Delitto di Ascoli, Melania sequestrata e poi uccisa



Melania, il marito dai pm: la sua versione non convince

L'assassinio brutale della 29enne Carmela 'Melania' Rea e' avvenuto probabilmente non a Civitella del Tronto (Teramo), ma in un luogo imprecisato tra Folignano - luogo di residenza della vittima - e Colle S.Marco, nell'ascolano. E questo dopo il sequestro della donna, rapita da uno o piu' sconosciuti. Sono alcune indiscrezioni che trapelano oggi dalle indagini sul delitto della giovane madre di una bambina di 18 mesi, e moglie di un caporale istruttore dell'esercito, Salvatore Parolisi, in servizio alla caserma Clementi di Ascoli. Per tali motivi, quindi la competenza sull'omicidio di Melania starebbe per passare direttamente e completamente sotto la direzione della Procura di Ascoli Piceno, che fino ad ora aveva collaborato con quella di Teramo. Di certo il marito della vittima, Salvatore Parolisi, sara' di nuovo sentito dai magistrati per chiarire alcuni aspetti del suo racconto della scomparsa della moglie, scomparsa che sarebbe avvenuta a Colle S.Marco nel pomeriggio del 18 aprile. Il cadavere di Carmela Rea, detta Melania, originaria di Somma Vesuviana (Napoli) fu trovato nel pomeriggio del 20 aprile, vicino al Chiosco della Pineta, nel bosco montano delle Casermette, in localita' Ripe di Civitella del Tronto ( 1200 metri di quota, e 10 chilometri da Colle S.Marco ), trafitto da 35 tra tagli e coltellate. A segnalare la sua presenza nella zona, una telefonata anonima fatta da un telefono pubblico della citta' di Teramo.
ASCOLTATO IL MARITO- Verrà di nuovo ascoltato dagli investigatori Salvatore Parolisi, il marito di Melania Rea, la giovane mamma scomparsa da Colle San Marco, ad Ascoli, il 18 aprile scorso e trovata morta in una pineta del teramano due giorni dopo. Per chi indaga sul delitto, infatti, ci sono situazioni da definire con maggiore chiarezza, alcuni particolari che non tornano. Sentito prima di ripartire per la Campania, il caporalmaggiore dell'esercito non avrebbe detto tutto quello che sa e che potrebbe invece essere utile alle indagini per identificare chi e perchè ha ucciso la moglie. Particolari sugli spostamenti del 18 aprile di sua moglie e suoi, soprattutto i tempi, che evidentemente non tornano. Intanto si sono chiusi in un silenzio pressochè totale magistrati e carabinieri di Ascoli.
Circolano su questo giallo troppe voci, troppe congetture, troppe ipotesi, alcune delle quali ritenute dagli investigatori fantasiose se non addirittura completamente prive di fondamento. E allora il procuratore capo Michele Renzo ha ordinato l'assoluto silenzio a tutti coloro, e sono tanti, che stanno lavorando al brutale assassinio, ancora senza soluzione. Dalla fitta rete del riserbo trapela solo che, contrariamente a quanto si era appreso ieri, non è ancora stata sentita alcuna soldatessa. Si era parlato di una ragazza pugliese, di Lecce, impegnata attualmente a Roma, ma la circostanza viene smentita. Si potrebbe allora pensare che abbia perso consistenza la pista che porta al mondo militare, il mondo di Parolisi, che addestra le soldatesse al 235/o Rav Piceno di Ascoli.


LE RELAZIONI EXTRACONIUGALI - Ma la sensazione è che le relazioni extraconiugali dell'uomo(una ammessa da lui stesso), eventuali suoi contatti ancora in corso abbiano interesse per gli inquirenti. Come pure, sembra, i legami affettivi di Melania prima del matrimonio. Delle presunte 'scappatellè di Salvatore non è al corrente Imma, amica del cuore di Melania ("forse lei non me ne ha parlato per ragioni d'orgoglio femminile", ha detto ai microfoni de La vita in diretta), smentendo le frasi a lei attribuite sulla volontà dell'amica di andarsene da Folignano e ribadendo poi che la Rea non aveva problemi di sorta, se non le normali preoccupazioni di una mamma per la figlioletta, Vittoria, di 18 mesi soltanto. Si attendono risposte dai Ris di Roma sui risultati degli accertamenti tecnici sui reperti prelevati al Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, dove Melania è stata ritrovata uccisa.
TRACCE DI SANGUE - C'è attenzione sulle tracce di sangue notate sulle tavolette di legno della base del chiosco alla pineta: si spera possano essere riconducibili non alla vittima, ma all'assassino. Così come anche si spera che sulla parete, dove vi sono segni di fendenti, siano presenti tracce biologiche dalle quali estrarre il dna. Oggi, colloquio di un'ora e mezzo fra i Pm e i carabinieri del Ros (il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma), che hanno esaminato vari tabulati telefonici per conto della procura.

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