martedì 10 maggio 2011

Melania, parla l'amante del marito "Ferita, non riconosco più Salvatore"




L'inchiesta sull'omicidio di Carmela Melania Rea, la giovane donna assassinata a coltellate in una pineta del Teramano dopo essere scomparsa da Colle San Marco, ad Ascoli, dov'era andata insieme al marito Salvatore Parolisi il 18 aprile scorso, è a un bivio. Ed è proprio il vedovo, caporalmaggiore dell'esercito di stanza al Rav Piceno, lo spartiacque: dalla sua audizione, che appunto dovrebbe essere convocata a breve, si saprà se è indagato per omicidio o se le indagini dovranno ripartire da zero. È la sensazione colta negli ambienti investigativi, dove si fa capire chiaramente che Parolisi non ha detto tutto.
A cominciare dalla sua relazione, stabile, con Ludovica P., 27 anni, caporale all'ottavo Reggimento lancieri di Montebello. Una ragazza anche lei bellissima, come Melania, mora, il corpo sinuoso (come appare in una foto su Facebook, di cui la ragazza ha chiuso la finestra appena la sua immagine ha cominciato a circolare), amante dei cavalli, una laurea alla Sapienza di Roma. Salvatore, sentito dai carabinieri, al comando del colonnello. Alessandro Patrizio, l'aveva liquidata come una storia di poca importanza. Ma non è vero. I due si frequentavano da due anni e sembra che l'ultima volta si siano visti pochi mesi fa, in un albergo di San Benedetto del Tronto. Non solo: il militare avrebbe parlato con lei il 17 aprile, alla vigilia della scomparsa di Melania, promettendole che avrebbe chiesto alla moglie la separazione. Secondo voci non confermate, il primo maggio, quando ormai la tragedia si era consumata, si sarebbero ancora sentiti, ma lui le avrebbe chiesto di chiamarlo al numero di una cabina telefonica, nel timore che la telefonata potesse essere rintracciata attraverso i tabulati dei suoi due telefoni cellulari, uno dedicato.





FORSE UN LITIGIO IL GIORNO DELLA MORTE - Nè il tradimento nè questo comportamento bastano a fare di lui il colpevole, ma certo ne definiscono la personalità. Troppe omissioni, troppe incongruenze nel suo racconto di quel giorno. È probabile, infatti, che proprio il 18 aprile lui e Melania, che era al corrente della relazione extraconiugale, avessero litigato di brutto. Ma i parenti della coppia continuano a fare quadrato: Melania sembrava tranquilla, non ossessionata dall'idea del tradimento, e d'altra parte "era una ragazza che non si teneva niente". Dice il fratello Michele. E poi, non voleva lasciare il marito. Il fatto che volesse iscrivere la bambina in una scuola di Somma Vesuviana, significa soltanto che nel suo paese intendeva tornare in attesa di trovare una casa a Sabaudia, dove Salvatore aveva chiesto di essere trasferito. In pratica, ha spiegato Michele, si sarebbe appoggiata a casa dei suoi. Michele ha detto anche che il cognato, tra le altre possibili destinazioni, aveva indicato anche Napoli e Avellino.
IL TRASFERIMENTO A SABAUDIA - Di Sabaudia, però, è Ludovica, e in questo modo Salvatore si sarebbe avvicinato a lei. Sul matrimonio "ne escono di cotte e di crude", sbotta Rocco Parolisi, fratello del caporalmaggiore. "Non si può stare dietro a tutto quello che esce, altrimenti ci vorrebbe un segretario". E aggiunge: "Che le notizie seguano il loro corso. Anche le indagini seguiranno il loro e saranno quelle a fare stato. Quello che si sapeva è stato detto, se c'è qualcosa da chiarire sarà chiarito. Poi chi dovrà, farà l'equazione». Basta con i processi mediatici: se le notizie trapelate «sono cose attinenti a quello che è successo, è giusto che vengano fuori". In caso contrario, Rocco sfida "chiunque a non avere uno scheletro nell'armadio, una marachella".


Ludovica Perrone

LE FERITE POST MORTEM SUL CORPO - Comunque, adesso, occhi puntati sull'audizione di Parolisi. Prima, gli inquirenti vogliono concludere alcuni accertamenti sul corpo della donna. Sembra che il loro interesse sia verso le ferite post mortem. O ancora verso le modalità dell'aggressione: se sia stata una tortura lenta o se l'assassino abbia scaricato la sua rabbia con una raffica di coltellate. E la consequenzialità dei colpi farebbe propendere per questa ipotesi. Intanto, si ripropone la questione della competenza territoriale, ormai appurato che l'omicidio si è consumato nel luogo del ritrovamento del cadavere. Questione procedurale non di poco conto, soprattutto nel caso di richieste di misure cautelari o altri atti stringenti da parte dei pm. Sarà anche interessante sapere se Parolisi si presenterà con un legale o no.

PARLA LUDOVICA - "Credevo nell'amore, non merito di essere sbattuta sui giornali". Dimostra meno dei suoi 27 anni Ludovica Perrone, 27 anni, bellissima anche lei, come Melania, amante di Salvatore Parolisi. Involontariamente è al centro del caso, ma vuole essere lasciata in pace. Non ha una voce da soldatessa, forte, ma quello di una ragazzina che in poche ore si è vista costretta a togliere da Facebook l'immagine con l'abito verdere e la scollatura sexy. "Ho ferite che non guariscono - dice a bassa voce".
I commilitoni di Ludovica Perrone, l'amante ormai non più misteriosa si trovano nella caserma di Lecce. E sono arrabbiati "perché la caserma non c'entra niente, dovete lasciarci perdere". Escono e dicono una pietosa bugia, "della persona che cercate abbiamo perso le tracce": come se si potesse smarrire un caporale tra una caserma e l'altra. Lei è qui, dall'altra parte del muro, "una ragazza precisa, disciplinata, mai eccessiva nelle relazioni", si lasciano sfuggire. Poi esce La soldatessa, come ormai la chiamano i giornali. "Non so più chi sia Salvatore, ma sono ancora convinta che non sia un assassino". E si fa forza da sola: "ce la farò, ne uscirò".
Lei non si è mai sentita "l'amante di Salvatore", anche perché lui l'ha fatta sognare: "Voglio te, solo te, lascerò Melania e vivremo insieme", le diceva in continuazione Salvatorem che usava per lei un cellulare "dedicato". Lei si sentiva importante, anche quando lui la portava in giro per motel, come una poco di buono da nascondere, o le offriva per il loro amore clandestino soltanto la Renault: "pure in certi giorni", ha fatto mettere a verbale lei, per spiegare le macchioline di sangue che le appartengono e che il Ris ha trovato sul sedile del passeggero. "Ero innamorata, ora ho il dubbio che mi abbia preso in giro". .
Si sono visti l'ultima volta a San Benedetto del Tronto in un'ennesima pensioncina da due soldi, si sono sentiti ancora la sera prima che Melania morisse e forse una traccia su quel cellulare segreto può avere scatenato un'ultima terribile lite tra marito e moglie. Sognava, il caporale Ludovica. E ha continuato a sognare anche il 1° maggio, quando non ha resistito, ha telefonato al suo amore: "Non chiamarmi più sul cellulare!", sapendosi intercettato. L'ha richiamata da una cabina telefonica, Salvatore, l'uomo di cui si era sempre fidata, ormai sospettoso di tutti. Poi si lascia sfuggire: "Per ogni corso c'erano trecento ragazze e per lui almeno tre o quattro storielle".

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