martedì 10 maggio 2011

L'autopsia: Weylandt morto sul colpo. La madre in lacrime si inginocchia sul luogo della tragedia.


Weylandt

COMPAGNI DI WEYLANDT E L'"INTRUSO" FARRAR (SUO GRANDE AMICO) PRIMI ALL'ARRIVO - E' arrivato compatto il gruppo dei 'girini' sul rettilineo di Livorno, a conclusione della quarta tappa del Giro d'Italia, da Quarto dei Mille a Livorno di 216 km, con un pugno di metri che separava la squadra di Wouter Weylandt dal resto della carovana. E' stata la squadra dello sfortunato ciclista belga morto lunedì a tagliare la linea dell'arrivo - non era traguardo, la frazione e' stata 'neutralizzata'- accolta da un commosso applauso dalle migliaia e migliaia di persone assiepate dietro le transenne. Con gli otto componenti del team Leopard-Trek un "intruso": l'americano Tyler Farrar, della Garmin-Cervelo, amico intimo di Weylandt, con il quale condivideva in Belgio i lunghi allenamenti sulle strade delle Fiandre, dove lo sprinter d'oltreceano vive e dove aveva casa anche il ciclista deceduto. Farrar ha chiesto al team Leopard di poter essere con loro in questo significativo momento di dolore e ovviamente nessuno dei compagni di Wouter ha detto di no. E cosi' l'americano ha potuto onorare il suo amico, dopo aver gia' annunciato alla partenza della tappa da Quarto dei Mille che dopo avrebbe abbandonato il Giro perche' non se la sentiva di proseguire, e la Garmin-Cervelo ha accordato allo sprinter il permesso per questo addio alla corsa rosa 2011. Gli otto piu' uno hanno superato la linea dell'arrivo facendo una sorta di catena umana che ha coperto la strada da lato a lato, il braccio dell'uno sulla spalla dell'altro: tutti in lacrime, Farrar il piu' commosso. E, dietro, il resto della carovana. Dal pubblico solo un applauso, nessuna parola. La cerimionia di premiazione ovviamente non c'e' stata. Sul palco sono saliti i quattro corridori che indossano le maglie del Giro: David Millar maglia rosa; Alessandro Petacchi maglia rossa per la classifica a punti; Gianluca Brambilla maglia verde per la classifica di miglior scalatore; Jan Bakelandts maglia bianca per la classifica di miglior giovane. Sul palco anche i compagni di Weylandt. Le note del 'silenzio' suonate da un militare dell'Esercito hanno chiuso la giornata di lutto.
GIRO: AUTOPSIA WEYLANDT, MORTO SUL COLPO - La morte di Wouter Weylandt e' stata praticamente immediata a causa del gravissimo trauma cranico dopo la caduta nel Passo del Bocco: la conferma arriva dall'analisi autoptica effettuata dal direttore dell'Istituto di medicina legale della Asl 4 chiavarese, Armando Mannucci. L'autopsia e' durata tre ore circa. Disposti, inoltre, gli esami tossicologi come di prassi per i quali bisognera' attendere diversi giorni. Dopo l'esame autoptico la Procura ha dato il nullosta. La salma del corridore della Leopard potrebbe essere in Belgio nelle prossime ore.
IN LACRIME MAMMA WEYLANDT SI INGINOCCHIA SUL LUOGO TRAGEDIA - In lacrime, in ginocchio, le mani strette in petto. Poi un lungo e delicato bacio per terra: nel punto dove lunedì suo figlio e' morto. Li' c'e' ancora una chiazza, sempre piu' schiarita, di sangue, quello uscito copioso dalle ferite alla testa di suo figlio. La mamma di Wouter Weylandt e' voluta recarsi nel tratto del rettilineo della discesa del Passo del Bocco. Le telecamere, ancora una volta impietose, hanno fissato senza alcun filtro questo momento di intenso dolore. Con la donna, le spalle curve, c'erano anche il marito, padre di Wouter, e la compagna del ciclista, Anne Sophie, in stato interessante, con sua madre. Presenti anche alcuni amici di famiglia. Sul muro che costeggia il nastro d'asfalto sono stati appoggiati mazzi di fiori. Le immagini hanno anche mostrato la madre del ciclista che ha fotografato quel punto maledetto e quella macchia di sangue cerchiata dal gesso dei rilievi della polizia stradale. Anne Sophie invece aveva con se' un paio di scarpette ginniche, quelle di Wouter. Il gruppetto ha poi raggiunto la camera mortuaria dell'ospedale di Lavagna.
PROCURATORE CHIAVARI, NESSUNA RESPONSABILITA' SU SOCCORSI - "Non c'e' spazio per la polemica sui soccorsi nei confronti del ciclista belga poiche' sono stati immediati sia da parte del personale del giro, sia dell'equipe del 118 e dell'elisoccorso": lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Chiavari, Francesco Cozzi, che si sta occupando, insieme al collega di turno, dell'inchiesta aperta a seguito della tragedia durante la terza tappa del Giro d'Italia. "Al momento non appare - termina il procuratore Cozzi - alcuna responsabilita' da parte di terzi ed attendiamo l'esito dell'autopsia".

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