martedì 10 maggio 2011

Bin Laden rivive nei videogiochi: da "Kuma War" a "Falling Fred", ecco come far rivivere le avventure del nemico numero uno dell’Occidente


Osama è morto, viva Osama! A pensarla così non sono i fondamentalisti che piangono la morte del loro leader, ma i creatori di videogame di tutto il mondo, pronti a far rivivere infinite avventure virtuali contro il nemico numero uno dell’Occidente. Già pochi giorni dopo la sua uccisione era disponibile un nuovo episodio di Kuma War, lo sparatutto in prima persona che dal 2003 propone mini-campagne belliche legate agli eventi di cronaca, dalla guerra ai Talebani, alla cattura di Saddam, alle varie missioni in Iraq, e nel quale si ripropone la missione dei Navy Seals nel compound di Abottabad (mentre qualcun’altro ha pensato di ricreare in 3D quei luoghi per inscenarvi una partita del celebre giocoCounter Strike).

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Kuma War
Anche i creatori di Falling Fred, un’applicazione per iPad in cui bisogna evitare che un ragazzino in caduta libera urti gli ostacoli con effetti devastanti, hanno appena aggiunto tra i personaggi selezionabili Ogama Ben Ladder, caricatura del terrorista, che l’utente può scegliere se salvare o fare sfracellare. Qualcuno invece ha voluto ironizzare sull’eventuale controffensiva terrorista contro gli Stati Uniti, creando Mujahedin, in cui Osama, ancora vivo, ti affida il compito di far saltare in aria una caserma americana.
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Falling Fred
Bin Laden d’altronde ben prima della sua morte era diventato una star dei videogame (soprattutto quelli online), sempre alla ricerca di nemici da odiare, possibilmente armi virtuali in pugno. Nel 2001 era uscito Bin Laden Liquors, che immaginava la mente di Al Qaeda come uno di quegli immigrati che vendono liquori solo per impallinarlo brutalmente, mentre Fugitive Hunter: War on Terror anticipava di qualche anno la sua cattura, immaginando però che finisse con una scazzottata. E sempre a pugni si poteva risolvere la faccenda in Spec Ops: War on Terrorism: un modo per esorcizzare la paura dell’uomo che per oltre 10 anni ha tenuto in scacco l’America e che certamente tornerà ora più che mai come spauracchio digitale.

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