lunedì 9 maggio 2011
Giustizia/ Vietti, esternazioni Berlusconi danneggiano lui
"Ho detto in pubblico e in privato al Presidente del Consiglio, che il tenore di queste sue esternazioni sulla magistratura fa piu' danno a lui che ai magistrati. Anche perche' gli uomini passano, le istituzioni restano". Lo afferma in una intervista a La Stampa, Michele Vietti, vice presidente del Csm. "Quelle invettive - continua - delegittimano sia la politica, sia le istituzioni". Per Vietti, "la magistratura non puo' essere vissuta come un intralcio fastidioso. Mai dobbiamo dimenticare che il nostro Paese, al di la' del terrorismo, delle organizzazioni criminali, presenta purtroppo una illegalita' diffusa , una cronica inclinazione a violare le regole". Secondo Vietti, "tutto questo non lo si puo' aggirare additando i magistrati quali eversori. Si rischiano tre effetti perversi: legittimare ogni imputato a vestire i panni del perseguitato; delegittimare coloro che applicano le regole ma anche quelli che le scrivono e favorire le chiusure corporative". Secondo il vice presidente del Csm, "le toghe non devono farsi trascinare nelle polemiche, rispondere continuando a fare il proprio dovere e proseguire nell'opera di autoriforma senza sottrarsi a un confronto costruttivo per una vera riforma del sistema giustizia". E a proposito della decisione di dedicare il 9 maggio, giorno della memoria, ai magistrati uccisi, Vietti ha detto che "da parte del Presidente Napolitano credi si sia voluto indicare nei magistrati morti svolgendo il proprio dovere, l'esempio piu' alto di chi ha scelto di servire lo Stato, fino al sacrificio della vita. Ricordare significa anche distinguere chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata nella guerra fra Stato e anti-Stato. I magistrati uccisi difendevano la frontiera della legalita', le Brigate Rosse combattevano per sovvertire le istituzioni. Bisogna evitare inacettabili confusioni fra eversori e difensori della legge".
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