Un soldato italiano, David Tobini, è stato ucciso e altri due feriti, di cui uno in modo grave, in uno scontro a fuoco nella valle di Bala Murghab, nell'ovest dell'Afghanistan. Lo rende noto un comunicato dello Stato maggiore della Difesa, in cui si precisa che il secondo militare ferito non e' in pericolo di vita.
Durante un'operazione congiunta tra militari italiani e forze afghane nella zona a nord-ovest della valle di Bala Murghab, l'unita' nella quale erano presenti anche i militari italiani e' stata attaccata. Col primo Caporal Maggiore David Tobini sale cosi' a 41 il numero dei militari italiani caduti in Afghanistan.
"Profonda commozione" e' stata espressa dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per la la notizia dello scontro a fuoco in Afghanistan in cui ha perso la vita un militare italiano ed altri due sono rimasti feriti. In una nota del Quirinale Napolitano "esprime, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese, sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari".
BERLUSCONI - Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota afferma: "Siamo vicini alla famiglia del paracadutista caduto in Afghanistan e a quelle dei due militari rimasti feriti nell'agguato. A tutti i nostri soldati impegnati nelle operazioni di pace contro il terrorismo rinnoviamo la gratitudine del Governo e del Paese".
LA LEGA - Alla notizia della morte della quarantunesima vittima italiana in Afghanistan, il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati, esprime lo sgomento ed il cordoglio alla famiglia del giovane militare. "Ma tutto cio' serve? O muoiono invano?" Questo l'interrogativo su cui Stefani, esponente della Lega, pone l'attenzione. "Al di la' degli sbandierati progressi nel passaggio di competenze alle forze armate di Kabul - ha continuato - la situazione resta pericolosissima. C'e' insomma da chiedersi se, data per scontata l'agenda di disimpegno dell'Italia dal pantano afghano, si puo' ancora proseguire in una strategia che lascia i nostri ragazzi troppo esposti e, di converso, poco tutelati contro un nemico che non ha regole"- ha concluso.
MELONI - "La notizia della morte del soldato italiano e del ferimento di due suoi commilitoni mi addolora profondamente". E' il commento del ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, riguardo l'attacco avvenuto stamani a nord-ovest di Bala Murghab, nella zona occidentale dell'Afghanistan, dove un mezzo italiano e' rimasto coinvolto in uno scontro a fuoco. "Il mio primo pensiero va ai familiari del caduto e a tutti i suoi commilitoni impegnati nelle missioni internazionali di pace. E' ormai chiaro - prosegue Meloni - che l'obiettivo di restituire l'Afghanistan alla convivenza civile si scontra con la volonta' assassina di chi vuole mantenere quella terra in una condizione di arretratezza e di giogo della dignita' umana. Ai soldati feriti - conclude il ministro Meloni - vanno i miei auguri per una pronta guarigione".
FINI - Il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha inviato al generale Biagio Abrate, Capo di Stato Maggiore della Difesa, il seguente messaggio: "Nell'apprendere la tragica notizia dell'uccisione di un nostro soldato e del ferimento di altri due, avvenuto a seguito di un attacco nel corso di un'operazione congiunta tra militari italiani e forze afgane nella zona a nord ovest della valle di Bala Murghab, esprimo il profondo cordoglio mio personale e di tutta l'Assemblea. L'Italia paga un nuovo grave tributo di sangue alla causa della sicurezza e della liberta'. Alle nostre Forze Armate, impegnate con i Paesi alleati a ridare pace e a garantire il processo di sviluppo democratico in Afghanistan, va il corale sostegno di tutte le Istituzioni ed il sentimento di gratitudine del popolo italiano, fiero per la dedizione, lo spirito di sacrificio, la professionalita' e la grande umanita' dimostrate in ogni circostanza dal nostro contingente. La prego di far pervenire alla famiglia del caduto le piu' sentite condoglianze e un sincero augurio di pronto ristabilimento ai nostri militari feriti".
FIANO - Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd, "esprimiamo cordoglio profondo per il militare italiano morto da poche ore in Afghanistan e grande apprensione per i due feriti di cui uno molto grave. Il militare italiano e' la quarantunesima vittima italiana e chi come il Partito Democratico conferma il proprio appoggio, alla partecipazione italiana alle missioni di pace all'estero, non puo' non porsi anche con forza una drammatica domanda sui livelli di sicurezza delle nostre truppe in quei teatri, su cui il ministro La Russa dovrebbe riferire con urgenza in Parlamento. Al militare ucciso ai suoi famigliari e ai suoi compagni il nostro pensiero affettuoso e riconoscente".
Con la morte oggi di un altro militare italiano, in un attacco a colpi d'arma da fuoco a nord-ovest di Bala Murgab, nella parte occidentale dell'Afghanistan, sale a 41 il numero degli italiani morti dall'inizio delle operazioni militari nel paese asiatico.
Il 12 luglio il primo caporal maggiore Roberto Marchini perde la vita nell'esplosione di un ordigno nella parte meridionale dell'Afghanistan.
Il 2 luglio il caporal maggiore Gaetano Tuccillo rimane ucciso nell'esplosione di un ordigno a 16 chilometri da Bakwa, nell'ovest dell'Afghanistan.
Il 4 giugno il tenente colonnello dei carabinieri Cristiano Congiu, 50 anni, viene ucciso a colpi di arma da fuoco nella valle del Panjshir, nell'Afghanistan nord orientale.
Il 28 febbraio il tenente Massimo Ranzani rimane ucciso nell'esplosione di un ordigno improvvisato nei pressi di Shindand, nell'ovest dlel'Afghanistan.
Il 18 gennaio ha perso la vita il caporal maggiore Luca Sanna, colpito da fuoco "nemico" dentro una base avanzata nei pressi di Bala Murgab, nell'ovest del paese.
Il 31 dicembre 2010, il caporal maggiore Matteo Miotto è stato ucciso da un colpo sparato da un cecchino mentre si trovava su una torretta della base Snow nel Gulistan.
Il 9 ottobre 2010 quattro militari italiani sono rimasti uccisi nell'esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio nel distretto del Gulistan, a circa 200 km a est di Farah.
Il 17 settembre 2010 muore l'incursore Alessandro Romani, raggiunto da colpi di arma da fuoco in un attentato nella provincia di Farah.
Il 28 luglio 2010 perdono la vita a una ventina chilometri da Herat, a seguito dell'esplosione di un ordigno rudimentale (ied), Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis.
Il 25 luglio 2010 muore, forse suicida, un militare italiano. Si sarebbe sparato un colpo di arma da fuoco all'interno del suo ufficio, a Kabul.
Il 23 giugno 2010 muore a Shindand, nell'ovest dell'Afghanistan, il caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano. Il militare ha perso l'equilibrio ed è caduto da un mezzo blindato, riportando un forte trauma cranico. Apparteneva al 32esimo Reggimento Genio, della Brigata Alpina Taurinense.
Il 17 maggio 2010, un veicolo blindato salta in aria per l'esplosione di un ordigno nella provincia di Herat. Muoiono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, e il caporal maggiore Luigi Pascazio, 25 anni. Le vittime appartenevano al 32esimo reggimento Genio della brigata Taurinense.
Il 26 febbraio 2010 viene ucciso Pietro Antonio Colazzo, un funzionario della Aise, l'Agenzia di informazione e sicurezza esterna, nel corso di un attentato suicida compiuto dai talebani a Kabul contro due 'guest house'.
Il 15 ottobre 2009 un militare del Quarto Reggimento alpini paracadutisti muore in un incidente stradale avvenuto sulla strada che unisce Herat a Shindad.
Il 17 settembre 2009 sei militari muoiono in un attentato suicida a Kabul, rivendicato dai talebani. Le vittime, del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore di stanza a Kabul, sono Antonio Fortunato, Matteo Mureddu, Davide Ricchiuto, Massimiliano Randino, Roberto Valente e Gian Domenico Pistonami.
Il 14 luglio 2009 muore, in un attentato a 50 chilometri da Farah, il caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, 25 anni.
Paracadutista dell'Ottavo Genio Guastatori della Folgore, faceva parte di un team specializzato nella bonifica delle strade.
Il 15 gennaio 2009 muore Arnaldo Forcucci, maresciallo dell'Aeronautica, per arresto cardiocircolatorio.
Il 21 settembre 2008 muore per un malore a Herat il caporalmaggiore Alessandro Caroppo, 23 anni, dell'Ottavo reggimento bersaglieri di Caserta.
Il 13 febbraio 2008 muore in un attacco il maresciallo Giovanni Pezzulo, 44 anni, del Cimic Group South di Motta di Livenza.
L'attentato avviene a una sessantina di chilometri da Kabul, nella valle di Uzeebin, mentre i militari italiani sono impegnati in attività di distribuzione di viveri e vestiario alla popolazione della zona. Rimane ferito il maresciallo Enrico Mercuri.
Il 24 novembre 2007 muore in un attentato suicida nei pressi di Kabul il maresciallo capo Daniele Paladini, 35 anni. Altri tre militari rimangono feriti.
Il 4 ottobre 2007 muore al Policlinico militare del Celio l'agente del Sismi Lorenzo D'Auria. Il militare era stato gravemente ferito il 24 settembre 2007 durante un'operazione delle forze speciali britanniche per cercare di liberarlo. Due giorni prima, D'Auria era stato sequestrato assieme a un altro sottufficiale del servizio di sicurezza militare e a un collaboratore afgano.
Il 26 settembre 2006 perdono la vita i caporalmaggiori Giorgio Langella, 31 anni, e Vincenzo Cardella, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul. I due militari appartenevano alla 21esima compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.
Il 20 settembre 2006 muore in un incidente stradale, a sud di Kabul, il caporalmaggiore Giuseppe Orlando, 28 anni. Faceva parte della 22/a compagnia del Secondo Reggimento alpini di Cuneo.
Il 2 luglio 2006 il tenente colonnello Carlo Liguori, 41 anni è stroncato da un attacco cardiaco ad Herat.
Il 5 maggio 2006, in seguito all'esplosione di un ordigno lasciato lungo una strada nei pressi di Kabul, muoiono il tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, entrambi del Secondo Reggimento Alpini. I due soldati si trovavano a bordo di due veicoli blindati "Puma", a sud-est della capitale afgana, quando sono stati investiti dall'esplosione.
L'11 ottobre 2005 muore il caporalmaggiore capo Michele Sanfilippo, 34 anni. Sanfilippo, effettivo al Quarto Reggimento Genio Guastatori di Palermo, viene ferito con un colpo alla testa, partito accidentalmente, nella camerata del battaglione Genio a Kabul. Muore poco dopo il ricovero in ospedale.
Il 3 febbraio 2005 l'ufficiale di Marina Bruno Vianini perde la vita nello schianto di un aereo civile sul quale viaggiava, tra Herat e Kabul. Il capitano di fregata aveva 42 anni.
Il 3 ottobre 2004, il caporal maggiore Giovanni Bruno, 23 anni, del Terzo reggimento alpini, è vittima di un incidente stradale mentre si trova a bordo di un mezzo dell'esercito nel territorio di Surobi, a 70 chilometri da Kabul. Nell'incidente rimangono feriti altri quattro militari.
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