mercoledì 28 settembre 2011

Tutti in Slovenia, la nuova Svizzera

Finché gli italiani andavano zitti zitti in Svizzera a nascondere i soldi in qualche banca di Lugano 


era un problema per il fisco ma non un sintomo di declino, perché la Svizzera è comunque un  


paese ricco, efficiente e non rischioso (anche per questo noioso). La storia comincia a 


diventare umiliante quando scopri che molti italiani, soprattutto veneti, stanno scappando a 


nascondere i loro soldi in Slovenia.

Non è un bel segnale se i cittadini di un paese ricco e industrializzato come il nostro si sentono 



più al sicuro in un paese giovane e da poco affacciato ai fasti dell’occidente, per quanto in 


crescita.

Ma come dare torto agli italiani che mettono al sicuro il loro denaro in Istria?  Ogni giorno 



misuriamo l’incapacità di questo governo e della maggioranza di affrontare la crisi, e non è solo 


un problema italiano se anche il premio Nobel Paul Krugman accusa tutti i leader europei di non 


essere all’altezza della crisi e di aver fatto sinora scelte sbagliate.




Poi ci sono le specificità italiane, con i problemi di cui ha parlato in un’intervista al nostro 


giornale l’economista Loretta Napoleoni, che boccia tutte le scelte del governo sinora e arriva 


addirittura a proporre il ritorno alla lira. A completare il quadro, il rischio paventato qualche 


giorno fa su Affari Italiani dall’imprenditore  Ernesto Preatoni, secondo il quale se comincia la 


catastrofe le prime ad essere travolte saranno le banche.

Ricapitolando: l’economia non riparte, il governo è inadeguato, il debito pubblico è alle stelle e 



potrebbe richiedere un prelievo forzoso come quello fatto da Amato in una notte del ’92, mentre 


ad essere maggiormente a rischio sono le banche. Di fronte a questo può essere logico 


pensare che i propri risparmi sarebbero più sicuri altrove. In Slovenia, ma con questi chiari di 


luna persino in Congo.

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