I pm di Napoli hanno chiesto al premier Silvio Berlusconi di presentarsi domenica in procura dalle 8 alle 20, (o di indicare un'altra data tra giovedì e domenica) per l'audizione in qualità di persona offesa, nell'ambito dell'inchiesta ai suoi danni sulla presunta estorsione da parte dell'imprenditore Gianpaolo Tarantini. Altrimenti, i magistrati partenopei potrebbero avviare la procedura per l'accompagnamento coatto del testimone. In questo caso, i pm potrebbero «solo rivolgersi al Parlamento», come ha spiegato il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore.
IL MEMORIALE NON BASTA - Il memoriale era il modo scelto dal presidente del Consiglio e consegnato alla procura a Napoli per evitare il colloqui con i magistrati per il caso dell'estorsione - per cui sono indagati Tarantini e Lavitola - in cui il premier figura come parte lesa). Sarà consegnato da uno degli avvocati di Berlusconi, Michele Cerabona, al procuratore capo Giandomenico Lepore. Ma i magistrati non si arrendono. L'incontro con il premier, per loro, è solo rinviato. I legali di Berlusconi, a quanto si è appreso, intendono evitare con la presentazione di questa memoria l’interrogatorio in qualità di parte offesa del premier. “Leggeremo la nota e faremo le nostre valutazioni”, ha commentato il procuratore Lepore.
Gli inquirenti riterrebbero comunque importante la testimonianzadiretta di Berlusconi, in quanto, a loro parere, in un procedimento per estorsione va ascoltata in ogni caso la vittima del presunto reato.
Al centro i soldi, tanti, 800mila euro, dati dal premier a Tarantini,attraverso Lavitola, che ne ha tenuti per sè un bel po'. Soldi che Berlusconi ha definito aiuto ad un amico in difficoltà e che per la Procura di Napoli, invece, sono il prezzo per la strategia processuale del patteggiamento che Tarantini, ad avviso degli inquirenti napoletani, avrebbe dovuto adottare nel processo barese sulle escort (in questo caso, infatti, il procedimento sarebbe finito in archivio, insieme a tutte le trascrizioni delle intercettazioni ritenute imbarazzanti per Berlusconi).
LEPORE: SENTIREMO IL PREMIER- Sulla notizia che i legali di Berlusconi abbiano depositato una memoria, Lepore ha poi spiegato che "non è un memoriale ma una memoria difensiva. Ma non basta, anche se va letto ciò che c'è scritto e tenerne conto ai fini processuali. Va sentita la parte lesa, noi abbiamo elementi per pensare che ci sia un'estorsione e la vittima, il premier, nega l'estorsione, quindi dobbiamo sapere i particolari. La memoria difensiva non basta perché è una versione unilaterale, vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare. Le controdeduzioni con domande da parte dei magistrati sono necessarie per fare chiarezza, non per senso di persecuzione nei confronti di qualcuno. Nessun cittadino si può sottrarre a suo piacimento all'esame da parte dei magistrati. Lo stesso Presidente della Repubblica può essere sentito come teste, con prerogative come quella di essere sentito al Quirinale, ma non si può sottrarre".
Il procuratore capo di Napoli ha quindi respinto il sospetto di volere fare una "trappola" al premier, convocandolo come parte lesa ma col rischio di tramutare la sua posizione in indagato, come si legge su qualche giornale. Però non ha escluso l'eventualità: "Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi che abbiamo a disposizione, allora bisogna che una delle due posizioni prevalga sull'altra. Quindi naturalmente c'è questa possibilità, ma fino a un certo punto".
Infine un commento sulla competenza territoriale: "Siamo stati noi i primi a sollevare la questione. Nella richiesta fatta al gip - ha concluso Lepore - non escludevamo che la competenza fosse di altri. Il gip ha vagliato e ha riconosciuto che allo stato attuale siamo competenti noi. Ora la difesa ha fatto altre eccezioni e gli organi giudiziari vaglieranno la loro richiesta".
Il procuratore capo di Napoli ha quindi respinto il sospetto di volere fare una "trappola" al premier, convocandolo come parte lesa ma col rischio di tramutare la sua posizione in indagato, come si legge su qualche giornale. Però non ha escluso l'eventualità: "Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi che abbiamo a disposizione, allora bisogna che una delle due posizioni prevalga sull'altra. Quindi naturalmente c'è questa possibilità, ma fino a un certo punto".
Infine un commento sulla competenza territoriale: "Siamo stati noi i primi a sollevare la questione. Nella richiesta fatta al gip - ha concluso Lepore - non escludevamo che la competenza fosse di altri. Il gip ha vagliato e ha riconosciuto che allo stato attuale siamo competenti noi. Ora la difesa ha fatto altre eccezioni e gli organi giudiziari vaglieranno la loro richiesta".
TARANTINI - Tarantini, ad oggi, ha sempre detto che era lui a pagare le escort, donne che Berlusconi riteneva solo ed esclusivamente amiche dell’imprenditore. Se, invece, Tarantini cambiasse versione e dicesse che il premier sapeva tutto e ha anche pagato, la storia subirebbe una svolta. Il procuratore di Napoli di fronte a tutto questo sbotta con un «mah...». E a chi gli chiede in merito al fatto che il presidente del Consiglio teme di essere indagato, risponde: «Non sembra una ipotesi». E aggiunge: «Dipende da quello che lui dirà e se ce lo dirà, non è che noi ci svegliamo la mattina e decidiamo di mettere sotto processo questa o quell'altra persona».
Sabina Began
Minetti
Ruby
De Vivo
Intanto, dopo il terzo interrogatorio, Gianpaolo Tarantini spera negli arresti domiciliari. I suoi difensori, Alessandro Diddi e Ivan Filippelli sono ottimisti. Ritengono che il loro assistito abbia risposto alle domande dei pubblici ministeri che lo indagano per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi, e nei prossimi giorni presenteranno al gip l'istanza affinché Tarantini possa lasciare Poggioreale e proseguire la detenzione fuori dal carcere, anche se non potrà tornare nel suo appartamento romano di via Gramsci, dove attualmente si trova agli arresti domiciliari la moglie Angela Devenuto, sua coindagata insieme anche al direttore dell'Avanti Valter Lavitola.
L'INTERROGATORIO- L'imprenditore barese che al premier procurava prostitute per le feste a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa, è rimasto per circa tre ore davanti ai pubblici ministeri Francesco Curcio, Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. Stavolta i magistrati gli avrebbero chiesto conto, oltre che dettagliatamente del suo legame con Berlusconi e dei circa 800 mila euro passatigli in un anno dal presidente del Consiglio, anche di come nacque e come si interruppe il rapporto con l'avvocato Nico D'Ascola — molto vicino a Nicolò Ghedini — che nel 2009 assistette Tarantini nell'indagine della Procura di Bari dove è accusato di sfruttamento della prostituzione. Alcuni passaggi dell'interrogatorio avrebbero riguardato anche il lavoro che l'indagato svolgeva fino a prima dell'arresto presso la società Andromeda.
ASCOLTATA LA MODELLA DEBBIE CASTANEDA- Negli uffici della Procura, è stata ascoltata poi, in qualità di persona informata dei fatti, Debbie Castaneda, l'ex modella colombiana divenuta in Italia, per un periodo ormai concluso, consulente di Finmeccanica. Nelle carte dell'inchiesta della Procura di Napoli il suo nome compare a proposito dei contatti con Paolo Pozzessere, direttore commerciale di Finmeccanica, a sua volta in stretti rapporti con Valter Lavitola. Castaneda ha già avuto modo di ammettere la sua conoscenza con il direttore dell'Avanti, che a suo dire ha visto tre volte, mentre invece sostiene di non conoscere Tarantini e anche di non essere mai stata ad Arcore né altrove alle feste di Berlusconi.
Il rapporto con Finmeccanica sarebbe invece nato da una collaborazione con l'ambasciatore di Bogotà in Italia, che si rivolse alla holding di Stato per alcune operazioni in Colombia.
Nei prossimi giorni l'attività istruttoria della Procura di Napoli andrà sicuramente avanti, ma gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sui nomi delle persone che saranno ascoltate. A breve i magistrati dovrebbero anche definire la questione della competenza territoriale, già sollevata dai legali degli indagati. Che hanno anche presentato ricorso al Tribunale del riesame, la data dell'udienza, però, non è stata ancora fissata.
Nei prossimi giorni l'attività istruttoria della Procura di Napoli andrà sicuramente avanti, ma gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sui nomi delle persone che saranno ascoltate. A breve i magistrati dovrebbero anche definire la questione della competenza territoriale, già sollevata dai legali degli indagati. Che hanno anche presentato ricorso al Tribunale del riesame, la data dell'udienza, però, non è stata ancora fissata.
Nessun commento:
Posta un commento