martedì 13 settembre 2011

Bondage mortale, "Mulé poco esperto". Ecco come è andata


Soter Mulé, l'ingegnere protagonista del gioco erotico sadomaso costato la vita a Paola Caputo e il ferimento di Federica, ancora ricoverata in coma farmacologico, deve rispondere di omicidio colposo (e non di preterintenzionale come avrebbe voluto la procura) perchè, sabato scorso, "ha compiuto una gravissima imprudenza, contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e che è oggettivamente rischiosa".
In ogni caso, l'uomo non voleva uccidere e, ancora di più, non voleva far del male a nessuno. Lo scrive il gip Marco Mancinetti nell'ordinanza con la quale ieri ha disposto la scarcerazione dell'indagato e la concessione degli arresti domiciliari. Da parte di Soter Mulé - si legge - "non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate". Il giudice definisce il racconto dell'indagato "attendibile". Mulé, verso le 14 di venerdi', avrebbe contattato, tramite Facebook, le due ragazze, e, intorno alle 19, era passato a prenderle. Il trio ha trascorso la serata in un locale, considerato un punto di riferimento della comunita' sadomaso romana, e poi al Circolo degli artisti, in via Prenestina. Mule' e le due amiche, stando al gip, avrebbero consumato rum, birra e "digestivi alcolici".


Soster Mule

AVEVANO FUMATO HASHISH - L'ingegnere ha anche ammesso di aver fumato dell'hashish, offertogli da una delle due. A quel punto, invece di fare ritorno a casa, il gruppo ha deciso di raggiungere il garage della Bufalotta. Federica è stata legata per prima, poi è stata la volta di Paola. Quest'ultima, però, stando al gip, "bloccata in stazione eretta, con piedi a terra, subito dopo essere stata legata, ha accusato un malore e, persi i sensi, si è accasciata al suolo: il peso del suo corpo ha messo in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze". Mulé, in preda alla concitazione, ha tentato di liberare le giovani, cercando un coltello prima nella borsa di Federica e poi nella sua auto. Ma quando ha trovato la lama, per Paola era ormai troppo tardi.
Mulé ha così soccorso Federica e ha chiesto aiuto. Secondo il gip, l'indagato "ha sbagliato perché non ha tenuto accanto a sé il coltello, come invece la pratica del bondage suggerisce. Il gioco non prevedeva alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze". Insomma quanto avvenuto è stato frutto di una tragica casualità, come hanno messo in evidenza gli avvocati Antonio Buttazzo e Luigi di Majo. La condotta dell'indagato, successiva all'evento, e il fatto che l'uomo non fosse animato da alcuna intenzione di fare male, hanno fatto automaticamente cadere l'ipotesi più grave di omicidio preterintenzionale.
IL GIP "RACCONTA L'OMICIDIO" - La cronaca di una morte insensata è nelle sei pagine firmate dal gip Mancinetti che riconsegnano Soter Mulè alla sua famiglia e ai suoi incubi. C’è il racconto di quella sera, con Soter, Paola e l’amica che decidono insieme di finire in un garage la nottata già trascorsa in un locale sulla Casilina, pieni di rum, alcolici e hashish. Arrivati nel sotterraneo, scrive Il Messaggero, l’uomo prende nel bagagliaio le corde che servivano per legare le due ragazze. C’era anche altro: diversi oggetti a forma di fallo, mascherine e corde con palline. Materiale inequivocabile.
LEGATE CON LE CORDE - Entrati nel garage Soter comincia a legare le ragazze, entrambe al collo ma con due diverse corde collegate tra loro. L’ingegnere utilizza nodi "bloccati", dunque non in grado di scorrere, di soffocare, di strangolare. La legatura è appena terminata e l’amica lo avverte che Paola si sta sentendo male. Erano passati solo 30 secondi. Paola è pallida, collassa, sviene e cade a terra. L’effetto del collegamento tra le corde è inevitabile: i cento chili di Paola trascinano in aria anche l’altra. Soter è nel panico, cerca disperatamente il coltello che avevano portato, ma non lo trova, perché è nel marsupio in macchina. Sotto choc non riesce a trovare la lampo, strappa la borsa con i denti e recupera finalmente la lama. Torna di corsa da Paola e l’amica, ma per una di loro è troppo tardi.

Dalla descrizione dell’indagato emerge chiaramente che le due ragazze erano pienamente consenzienti e che da parte sua non vi era stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le vittime ad accettare di essere legate. Né risulta agli atti che le legature avessero causato alle ragazze qualche immediata lesione. Rimane tuttavia che l’indagato – conclude il gip – escluso l’elemento del dolo, ha commesso una gravissima imprudenza contrassegnata dall’aver dato corso a una pratica di cui egli stesso si definisce poco esperto e che è oggettivamente rischiosa.





E ancora, pur trovandosi di fronte a uno dei primi casi di morte in circostanze del genere, Marco Mancinetti ci tiene a fare una considerazione: "L’attuazione di tecniche di legatura con corde al collo deve essere accompagnata da precauzioni ulteriori rispetto al mero utilizzo di nodi bloccati e a sgancio rapido. E fra le cautele da adottare, il comune buon senso suggerisce quella di avere con sé un coltello idoneo a recidere le corde in caso di necessità".
L'AUTOPSIA CONFERMA: PAOLA MORTA PER SOFFOCAMENTO - Paola Caputo, la studentessa pugliese di 23 anni, è deceduta per asfissia da soffocamento nel corso del gioco erotico costato il ferimento dell'amica Federica, ricoverata in coma farmacologico, e l'arresto dell'ingegnere Soter Mulè. Nessuna sorpresa, dunque, dall'esito dell'autopsia che la procura di Roma ha disposto questa mattina, affidando l'accertamento a Giorgio Bolino, dell'istituto di medicina legale della Sapienza. La morte della ragazza è stata quasi istantanea ma ci vorranno almeno 60 giorni, tra esami istologico e tossicologico, per sapere se quanto consumato dalla vittima nel corso della serata (alcool e forse anche dell'hashish) abbia avuto un ruolo decisivo nell'evento morte.

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