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Nella sua ordinanza, seppur limitandola a un breve periodo (escludendo i mesi in cui il tunisino ha diviso la cella con una sola persona o in cui ha potuto frequentare il corso di scuola elementare), il giudice della Sorveglianza ha ritenuto di condannare l’amministrazione penitenziaria a risarcire il detenuto, la cui reclusione "non si è accompagnata ad alcun processo rieducativo". "In virtù della coraggiosa decisione del magistrato di Sorveglianza di Lecce – commenta l’avvocato Alessandro Stomeo –, aumenteranno le speranze dei detenuti di vedere riconosciuta, anche sotto forma di risarcimento, la condizione di sovraffollamento e carenza di servizi che sono costretti a subire".
Nella sua ordinanza, seppur limitandola a un breve periodo (escludendo i mesi in cui il tunisino ha diviso la cella con una sola persona o in cui ha potuto frequentare il corso di scuola elementare), il giudice della Sorveglianza ha ritenuto di condannare l’amministrazione penitenziaria a risarcire il detenuto, la cui reclusione "non si è accompagnata ad alcun processo rieducativo". "In virtù della coraggiosa decisione del magistrato di Sorveglianza di Lecce – commenta l’avvocato Alessandro Stomeo –, aumenteranno le speranze dei detenuti di vedere riconosciuta, anche sotto forma di risarcimento, la condizione di sovraffollamento e carenza di servizi che sono costretti a subire".
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