Se fosse vissuta oggi Maria Montessori sarebbe rimasta quanto meno sbalordita. In una scuola materna pubblica di Brindisi, a lei intitolata, i genitori degli alunni sono tenuti a contribuire alle necessità dell’istituto acquistando carta igienica, colori e quant'altro per i loro bimbi. E chi non vi adempie trova il proprio nome inserito in una «black list» su un cartellone affisso nell'istituto.
Quaranta euro al mese è il prezzo che i genitori devono pagare per acquistare il materiale didattico, perché la scuola pubblica non riesce a garantirli (l’anno scorso il Miur ha concesso solo duemila euroalle scuole brindisine). L'iniziativa ha provocato ovviamente proteste da parte dei genitori (che già pagano all’incirca 60 euro per il servizio mensa), alcuni dei quali hanno deciso di trasferire i loro figli in un'altra scuola mentre altri hanno chiesto l'intervento delle autorità scolastiche.
I genitori si dicono indignati soprattutto per la «lista nera» affissa in istituto, che hanno già ribattezzato «muro della vergogna» in quanto indicherebbe una discriminazione tra chi può permettersi economicamente spese extra e chi invece no. Il caso sarà presto discusso in collegio docenti.
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