Un esperimento condotto fra le nuvole telematiche di Amazon vorrebbe mettere alla prova il teorema della scimmia instancabile. Ma c'è il trucco, e il lavoro delle scimmie virtuali è facilitato da regole non previste dal suddetto teorema
Roma - Jesse Anderson si è messo in testa di verificare in concreto il teorema della scimmia instancabile, quello secondo cui una (o più) scimmia(e) sarebbe(ro) in grado di replicare l'intero lavoro di William Shakespeare digitando caratteri a caso su una macchina da scrivere per un tempo infinitamente lungo. L'esperimento è stato sin qui prolifico, anche se Anderson non ha rispettato alla lettera le condizioni del teorema.
Nel caso in oggetto, le scimmie che digitano caratteri a caso sono elementi computanti virtuali fatti girare prevalentemente sui server dell'infrastruttura cloud di Amazon, e si contano nell'ordine di qualche milione.
Il tempo a loro disposizione è infinito, ma piuttosto che aspettare l'output casuale di caratteri - come detterebbe il teorema della scimmia instancabile - il software è stato programmato per confrontare una stringa di nove caratteri generata casualmente con il testo del componimentoA Lovers Complaint: se la stringa è contenuta nel testo viene annotata e si passa a quella successiva finché l'opera non è completa.
Nel caso in oggetto, le scimmie che digitano caratteri a caso sono elementi computanti virtuali fatti girare prevalentemente sui server dell'infrastruttura cloud di Amazon, e si contano nell'ordine di qualche milione.
Il tempo a loro disposizione è infinito, ma piuttosto che aspettare l'output casuale di caratteri - come detterebbe il teorema della scimmia instancabile - il software è stato programmato per confrontare una stringa di nove caratteri generata casualmente con il testo del componimentoA Lovers Complaint: se la stringa è contenuta nel testo viene annotata e si passa a quella successiva finché l'opera non è completa.
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