giovedì 29 settembre 2011

Gheddafi si mangia l'oro italiano, orafi in grave crisi



 
Gheddafi 2
Se la guerra di Libia ha liberato lo stato africano da un dittatore, al contempo ha mandato in crisi Arezzo. Non è una battuta ma quello che è realmente accaduto alla cittadina toscana. Il mercato libico infatti erauno dei più ricettivi per gli orafi aretini che, con la guerra, hanno visto bloccarsi gli acquisti e di conseguenza fatto mancare una grande fetta di introiti al distretto, mandandolo di fatto in crisi. C'è di più. "Mandare in crisi il settore orafo aretino - osserva infatti Sergio Dolfi, segretario provinciale della Uil - significa mandare in crisi un'intera provincia. Il 90 per cento dell'indotto di Arezzo e provincia è infatti legato all'oro.
A parte chi si occupa della lavorazione, c'è chi fa gli stampi, chi fa la manutenzione delle macchine o chi si è specializzato in lavorazioni particolari come ad esempio la polimentatura. Dopo l'avvento della tecnologia, che ha fatto sì che i regali ora siano di origine multimediale e ha ridotto il mercato interno dei preziosi, la Libia insieme ad altri paesi africani come Egitto e Tunisia erano diventati i luoghi più ricettivi. E adesso, non lo sono più".

L'economia di quella che è riconosciuta come la patria dell'oro in Italia e forse anche in Europa aveva già cominciato a traballare con la crisi del 2008. "Con la crisi - spiega Rodolfo Zanieri, responsabile regionale del settore orafo per la Uil - il costo dell'oro è praticamente raddoppiato.
Vista l'instabilità economica, molti hanno deciso di investire su di una sicurezza come l'oro e adesso il suo prezzo oscilla sui 2 mila dollari l'oncia e 34-35 euro il grammo. E le aziende orafe, che ne devono avere una buona disponibilità per poterlo lavorare, hanno accusato il colpo. Anche un colosso europeo come la UnoaErreche conta centinaia di addetti è entrata in crisi aprendo alla cassa integrazione mentre molte aziende hanno dovuto chiudere i battenti. Il livello occupazionale è il peggiore di tutta la Toscana. E lo stato non ci aiuta nel fare concorrenza dato che paghiamo le tasse più alte di tutti sull'oro". Il momento è difficile. "Direi drammatico - sottolinea Dolfi - la situazione di Arezzo non vede soluzioni a breve termine. Ci vuole un intervento politico economico mirato sul settore. Altrimenti si va verso una crisi senza fine".

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