Alberto Cisterna, numero due della procura Nazionale Antimafia dietro Pietro Grasso, è indagato per il reato di corruzione in atti giudiziari dalla procura di Reggio Calabria. L'inchiesta, scrivere il Corriere della Sera, è stata avviata dopo le dichiarazioni del nuovo pentito di 'ndrangheta Antonio Lo Giudice, che si è autoaccusato degli attentati del 2010 alla procura di Reggio e allo stesso Pignatone: "Per quanto riguarda la scarcerazione di Maurizio che si trovavfa in carcere èer i collaboratori di giustizia Paliano - ha detto Lo Giudice -, perché era andato definitivo, mi sembra che Luciano ne parlò con Alberto Cisterna.
Che, poi, dopo che ha avuto buon esito Luciano mi disse che gli aveva fatto un regalo, e mi fece intendere soldi, molti soldi". Secondo la testimonianza di Lo Giudice, dunque, per la scarcerazione di Maurizio, Luciano avrebbe pagato il magistrato antimafia: "Una grossa somma - dice" - senza specificare l'entità". Nonostante la vaghezza delle dichiarazioni, l'iscrizione nel registro degli indagati di Cisterna è stato un atto dovuto per procedere ad accertamenti.
Cisterna da parte sua ha negato ogni rapporto con Lo Giudice: "Sono in grado di dettagliare ogni più macroscopico fatto e ricondurlo nell'asoluta fedeltà delle leggi"
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