mercoledì 1 giugno 2011

Batterio Killer, i cetrioli non c'entrano. E ora è giallo



Cetrioli 1



Il batterio killer che ha provocato fino 14 morti in Germania e oltre 1200 persone contagiate non proviene dai cetrioli spagnoli. Lo ha affermato il ministro della Sanità della città-stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks secondo la quale "la fonte dell'infezione continua a rimanere non identificata". Nella ricerca delle cause che hanno scatenato il grave contagio da "Escherichia coli", il batterio di origine intestinale "Ehec" presente soprattutto nei ruminanti, i ricercatori continuano a brancolare nel buio.
I cetrioli importati dalla Spagna, inizialmente sospettati di aver provocato l'epidemia, sono stati adesso scagionati dal ministro della Sanita' della citta'-Stato di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, secondo la quale i ceppi dei batteri identificati su due dei tre cetrioli spagnoli non coincidono con quelli tipo "0104" responsabili dell'attuale epidemia, identificati nelle persone ricoverate negli ospedali cittadini. "La causa dell'infezione continua a rimanere sconosciuta", ha spiegato il ministro, anche se si attendono le risultanze degli esami su un altro cetriolo di produzione spagnola e di uno di provenienza olandese.
Erano stati infatti questi quattro vegetali, in particolare i tre di origine spagnola, ad essere stati accusati inizialmente di contenere i batteri letali. Intanto anche nella regione orientale del Meclemburgo sono stati individuati batteri "Ehec" presenti nei cetrioli, nei pomodori e nell'insalata. Oltre alle 15 persone decedute in Germania a seguito del contagio, 13 delle quali donne, un'altra vittima si e' registrata in Svezia. Si tratta di una donna di 50 anni, venuta a contatto con il batterio-killer durante un soggiorno in Germania.
L'EXPORT IN ITALIA CI RIMETTE 3 MILIONI AL GIORNO - Dopo le rassicurazioni del Ministero della Salute, l'unico vero pericolo che corre l'Italia e' il danno economico al Made in Italy provocato ingiustamente dal panico indiscriminato in Germania con il blocco delle spedizioni nazionali che sta provocando perdite di 3 milioni di euro al giorno. E' quanto sostiene la Coldiretti in riferimento alla presenza del batterio E.coli in cetrioli contaminati provenienti - a quanto pare - dalla Spagna e che ha causato morti in Germania. Proprio la Germania e' il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane di ortofrutta. Il crollo dei consumi di frutta e verdura in quel Paese ed anche in altri Stati europei cade in una stagione importante per la produzione nazionale di frutta e verdura che - sottolinea la Coldiretti - rappresenta la voce piu' importante delle esportazioni agroalimentari con un valore per un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro, superiore a quello del vino. "Occorre fare immediata chiarezza - dice l'organizzazione datoriale - sull'evoluzione dell'epidemia per superare una psicosi che rischia di essere devastante per la salute e per l'economia.
Fortunatamente al momento non si sono riscontrati effetti negativi sul consumi di cetrioli ed altri tipi di verdure in Italia anche grazie alle positive rassicurazioni sul fatto che nessun caso di infezione legato ai cetrioli contaminati arrivati dalla Spagna e' stato finora segnalato in Italia e all'avvio di controlli a tappeto sui prodotti importati con sequestri preventivi". La Coldiretti sottolinea che secondo un'indagine Swg il 91 per cento degli italiani si fida di piu' del cibo prodotto in Italia perche' e' ritenuto piu' fresco (25 per cento), garantito da maggiori controlli (25 per cento) ed e' piu' sicuro perche' rispetta leggi piu' severe (19 per cento).
"Grazie alla battaglia della Coldiretti per la trasparenza dell'informazione - aggiunge il comunicato - e' possibile riconoscere su tutti i banchi di mercati, negozi e supermercati la provenienza della frutta e verdura in vendita poiche' e' in vigore l'obbligo di riportare le informazioni relative all'origine, alla categoria, alla varieta', nonche' al prezzodella frutta e verdura messe in vendita sia nel caso di prodotti confezionati che in quelli venduti sfusi, per i quali possono essere utilizzati appositi cartelli o lavagnette. L'Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010 con l'ortofrutta fresca che rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro, mentre in questo momento il nostro Paese e' invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica".

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