giovedì 2 giugno 2011

Aids/ Infetta compagna che muore, ravennate si suicida

Dramma da contagio da Hiv nel ravennate. Un uomo di 48 anni si è impiccato dopo avere saputo che l'ex compagna, che lo aveva denunciato per avere presumibilmente contratto da lui l'Aids, era morta. La donna è deceduta sabato 28 maggio mentre l'uomo si è tolto la vita lunedì scorso in un appartamento alle periferia di Russi, nel Ravennate. La vicenda è raccontata dal quotidiano Il Resto del Carlino. Da anni l'uomo era affetto dall'Hiv ma grazie ad una cura ad hoc era riuscito a bloccare per tempo la malattia.
La donna, con la quale aveva avuto anche una figlia, si era invece accorta del virus più di recente quando ormai non c'era più niente da fare. A quel punto aveva lasciato l'uomo e aveva presentato querela per lesioni. I funerali , fissati per inizio settimana, erano però stati sospesi dalla Procura di Ravenna che aveva disposto l'autopsia rubricando l'ipotesi di reato in omicidio colposo.
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AIDS/ ONU: OGNI GIORNO 2.500 GIOVANI CONTAGIATI - Secondo un rapporto globale sulla prevenzione dell'Hiv si stima che ogni giorno 2500 giovani vengano contagiati dal virus. Mentre la diffusione dell'Hiv e' leggermente diminuita tra i giovani in genere, le giovani donne e le ragazze adolescenti si trovano di fronte a un rischio particolarmente elevato di infezione, a causa sia della loro vulnerabilita' a livello biologico sia della disuguaglianza e dell'esclusione che patiscono a livello sociale.
Per la prima volta 'Opportunita' nella crisi: Prevenire l'Hiv dalla prima adolescenza alla giovane eta' adulta' presenta dei dati sui contagi da Hiv tra i giovani ed evidenzia i rischi che gli adolescenti affrontano nel passaggio all'eta' adulta. Pubblicato da Unicef, Unaids, Unesco, Unfpa, Oil, Oms e Banca Mondiale, il rapporto individua i fattori che fanno aumentare il rischio di infezione, ma anche le opportunita' di potenziare i servizi di protezione e di sfidare le pratiche sociali dannose.
"Per molti giovani, il contagio da Hiv e' conseguenza di negligenze, esclusioni e violazioni che non si verificano all'insaputa di famiglie, comunita' e leader politici e sociali. Questo rapporto esorta i leader a tutti i livelli a costruire una catena di prevenzione per mantenere informati, protetti e sani gli adolescenti e i giovani", ha dichiarato il direttore generale dell'Unicef Anthony Lake.
"L'Unicef si e' impegnato in questa causa. Dobbiamo proteggere il secondo decennio di vita, affinche' il viaggio dall'infanzia all'eta' adulta non venga deviato dall'Hiv; un viaggio, tra l'altro, particolarmente carico di difficolta' per le bambine e le giovani donne". Secondo il rapporto, "nel 2009 i giovani dai 15 ai 24 anni incidevano per il 41% dei nuovi contagi tra gli adulti sopra i 15 anni. Si stima che, in tutto il mondo, 5 milioni (da 4,3 milioni a 5,9 milioni) di giovani in quel gruppo di eta' fossero sieropositivi nel 2009. Nel gruppo di eta' compresa tra i 10 e i 19 anni, nuove stime parlano di 2 milioni (da 1,8 milioni a 2,4 milioni) di adolescenti sieropositivi". Questi adolescenti "vivono per la maggior parte nell'Africa sub-sahariana e sono perlopiu' di sesso femminile e inconsapevoli della loro condizione di sieropositivita'. A livello globale, le giovani donne costituiscono piu' del 60% di tutti i giovani che convivono con l'Hiv. Nell'Africa sub-sahariana, questa percentuale sale addirittura al 72%".

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