Come fu per i dinosauri, più di 60 milioni di anni fa, la terra in un futuro prossimo potrebbe correre il pericolo di divenire bersaglio di uno degli asteroidi che orbitano nel nostro sistema solare.
Ma quanto ne sappiamo veramente? Forse non tutti sanno che ogni anno siamo bombardati da centinaia di meteoriti (se ne stimano circa 500 all'anno), che arrivano sulla superficie terrestre quasi indisturbati. Naturalmente si tratta di corpi celesti di piccole dimensioni, pressoché della grandezza di una pallina da tennis, e che logicamente non sono in grado di causare nessun danno sensibile. Anche perché una buona parte finiscono in mare, essendo il nostro pianeta coperto per due terzi dalle acque (soltanto il 2% circa di questo materiale spaziale viene recuperato e studiato). Sarebbero frammenti di comete o residui originati dall'esplosione di remotissimi pianeti e pianetini. Durante il loro viaggio cosmico alcuni di questi corpi entrano nella sfera d'azione della forza di gravità terrestre e precipitano, divenendo nella stragrande maggioranza dei casi, "meteore". Dando vita così a quel fenomeno che noi chiamiamo, nel gergo comune: stelle cadenti. E' l'impatto con l'atmosfera e l'elevata velocità della loro discesa (circa 70 km al secondo) verso la superficie della Terra, a creare l'effetto a tutti noi visibile di una scia luminosa; prodotta dal surriscaldamento del meteorite stesso e dalla sua graduale erosione. Dagli studi effettuati si è ricavata un'età approssimativa dei meteoriti recuperati, che potrebbe oscillare dai 10 ai 60 milioni di anni addietro. Tutto sommato dei giovanotti se pensiamo che il nostro sistema solare potrebbe essersi formato ben 4,5 miliardi di anni fa.
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Ma, è realistica la possibilità che un grande asteroide possa colpirci e provocare la nostra fine?Stavolta non ci riferiamo alle profezie degli antichi Maya o altri popoli dediti alla divinazione, ma, a passare notti insonni, in merito a potenziali "Deep Impact", sono gli scienziati della Nasa concordi con i colleghi dell'Agenzia spaziale Russa. Colpevole di questo è
l'asteroide Aphosis, che sembra che nel 2036 circa si troverà in rotta di collisione con la Terra.
Se ciò si dovesse verificare potrebbero esserci conseguenze devastanti per il genere umano. Questo potenziale "distruttore" di 300/400 metri di diametro e di 200 miliardi di tonnellate di peso, se dovesse scontrarsi con la superficie terrestre potrebbe liberare un energia fino a 100 mila volte l'esplosione nucleare su Hiroshima. "Tra le soluzioni, la più interessante prevede l'invio di un'astronave capace di attirare il meteorite e di modificare così l'orbita su cui viaggia" afferma l'astrofisica Margherita Hack. Bisogna dire però che la probabilità di un vero impatto è dello 0,2 per cento, pertanto piuttosto remota, ma comunque sufficiente per obbligare gli scienziati a studiare possibili piani d'emergenza. Aphopis risulta essere uno dei cento asteroidi che figurano nella lista della Nasa degli oggetti "a rischio" per il nostro pianeta. Prende il nome dal dio egizio Apopi che venne soprannominato appunto il "distruttore" e che, nel continuo conflitto con il dio-sole Ra, rappresenta lo scontro ancestrale tra il bene e il male. L'asteroide secondo diversi calcoli potrebbe schiantarsi in un'area compresa tra l'Arabia e il Giappone, o tra il Madagascar e la Nuova Guinea, o in Siberia. Ma potrebbe anche finire nell'oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii. Per Anatoly Perminov, ex-capo dell'Agenzia spaziale Russa, nel 2029 l'asteroide potrebbe essere così vicino alla Terra da poter essere individuato anche ad occhio nudo.
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Ma venendo ai dati storici, ai fatti realmente accaduti: a memoria d'uomo, quanti impatti asteroidali si contano nel passato? Il fenomeno dei meteoriti e delle stelle cadenti, era già noto agli antichi. Già lo storico latino Plinio il Vecchio narra che nel V secolo a.C. cadde sugli argini del fiume Egospotami un corpo del tutto identico a una stella e grande come un carro. Questi eventi nell'antichità erano visti come segni divini. Queste pietre celesti venivano custodite e spesso venerate nei templi di molte città greche o romane. Tutt'oggi la "pietra nera" alla Mecca viene venerata e, secondo una tradizione popolare islamica, sarebbe l'occhio di angelo caduto dal cielo; mentre secondo altri un oggetto divino che alla sua caduta era bianco e che divenne nero assorbendo i mali terreni. Ma si parla di caduta di pietre dal cielo anche nel medioevo in Sassonia e nell'Umbria. Si racconta di una pioggia di meteoriti a Siena nel giugno del 1974, delle dimensioni da pochi milligrammi a 3 kg di peso: questo avvenimento fu il primo ad essere documentato e studiato in modo scientifico. Nell'aprile 1803 accadde invece in Francia nel comune de L'Aigle. In diverse altre località del nostro globo comunque, troviamo narrazioni di cadute di oggetti stellari. Per arrivare a quello che fu probabilmente l'impatto più catastrofico della storia moderna, nel 1908 in Tunguska una località della Siberia: si verificò un evento disastroso a causa dell'esplosione di un asteroide sassoso (ad un'altezza di circa 8 km dalla superficie) di notevole dimensione, stimata dai 30 ai 100 metri di diametro, e che abbatté più di 60 milioni di alberi su 2150 chilometri quadrati. Il rumore dell'esplosione fu udito a 1000 chilometri di distanza. L'onda d'urto fece quasi deragliare alcuni convogli della Ferrovia Transiberiana a 600 km dal punto di impatto. Vi è poi il celebre "Meteor Crater" in Arizona, che si suppone sia stato prodotto da un asteroide di composizione metallica di una trentina di metri di diametro, caduto probabilmente intorno ai 50.000 anni fa. Il cratere presenta un diametro di oltre un chilometro e una profondità di circa 200 metri. Mentre per quel che concerne l'ipotesi che un meteorite possa colpirci direttamente, ci sarebbero soltanto due casi conosciuti nei quali si sono verificati danni: nel 1911 un cane egiziano rimase ucciso (unica vittima registrata) a Nakhla; mentre nel 1954 in Alabama (USA) un meteorite di circa 4 kg si creò un varco nel tetto della casa è ferì in maniera lieve la signora Elizabeth Hodges nel suo soggiorno, dopo essere rimbalzato sulla radio.
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