giovedì 28 aprile 2011

Così si spiega la fine del mondo

TEORIE OCCULTE E MOVIMENTO - Dopo il grande successo del documentario Zeitgeist arrivano nella versione italiana Zeitgeist: Addendum e Zeitgeist: Moving Forward. Sono web film non profit, diretti, prodotti e distribuiti da Peter Joseph, nati dopo un lungo lavoro di ricerca nei dipartimenti delle università e nelle retrovie del'amministrazione Usa. Nel progetto sono coinvolti studiosi di ogni genere, da scienziati a politologi, storici e teologi e c'è chi trova in questo lavoro (pluripremiato nei festival cinematografici, ma fatto passare come un'opera di para-ricerca) una spiegazione alle voci che circolano su una eventuale fine del mondo. Secondo qualcuno queste ipotesi sono state costruite ad hoc per creare il panico e destabilizzare l'umanità e avere dunque più gioco nell'attuazione del piano finale.

La parte nuova del film (che ha dato origine a un movimento di filosofi-ambientalisti statunitensi e australiani) ipotizza l'esistenza di un movimento occulto per cambiare la Costituzione statunitense e porre fine al dollaro mediante la sua crisi ed infine, dopo il crack economico, disoccupazione e disordini, l'instaurazione di un governo autoritario e la progressiva fusione degli Stati Uniti, del Canada e del Messico in una costituenda Unione Nordamericana, un superstato simile all'Unione Europea, che avrà un'unica moneta, l'amero, e che, secondo quello che sostiene il film, assieme ad una ventura Unione Africana ed alla ancora molto futuribile Unione Asiatica, potrebbero un giorno essere gradualmente fusi nel Governo Mondiale Unico. Il film conclude immaginando che, sotto questo tipo di governo, ad ogni essere umano potrebbe essere impiantato un microchip RFID che, con l'apparente sembianza di un più sicuro documento di riconoscimento, potrebbe essere anche utilizzato per monitorare gli individui e sopprimere il dissenso. Nonostante tutto, il film si conclude in modo ottimistico, confidando che tramite la presa di coscienza mondiale del complesso di questi fatti si possa arrivare al rovesciamento di queste forze oscure, che in gran parte trarrebbero la loro forza dall'essere in ombra e dal mascherare i propri obiettivi e manovre. Infine queste forze oppressive verranno rovesciate e si avrà il trionfo definitivo della rivoluzione.
Zeitgeist: Addendum è diventato un vero e proprio manifesto delle nuove generazioni americane poiché analizza il sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti, della CIA, delle corporation americane e altro, concludendo con la presentazione del Venus Project, creato dall'ingegnere sociale Jacque Fresco. In accordo con Peter Joseph, il film ha come scopo di localizzare le radici della dilagante corruzione sociale, offrendo allo stesso tempo una soluzione. In conclusione Addendum sottolinea il bisogno di eliminare ogni barriera che divide gli uomini e individua i passi concreti da fare per indebolire il sistema monetario. Il film suggerisce azioni di "trasformazione sociale", come boicottare le grandi banche, i media, il sistema militare e le multinazionali dell'energia.
LA PROFEZIA - Cominceranno a ribollire le acque, poi uno tsunami di dimensioni mai viste potrerà via tutti i continenti. Gruppi di parascienziati sostengono che la fine del mondo avverrà molto prima rispetto alle previsioni dei Maya, quando un vulcano sottomarino erutterà generando uno tsunami che trascinerà sott'acqua tutte le terre emerse del nostro pianeta. Ma non è tutto. Secondo i teorici della panspermia delle creature extraterrestri hanno avvertito l'umanità.



CHE COSA DICE LA SCIENZA - «Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso». Enzo Boschi presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pur nella cautela, ha toni preoccupati raccontando i risultati dell’ultima campagna di ricerche compiute sul Marsili, il più grande vulcano d’Europa, sommerso a 150 chilometri dalle coste della Campania. Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente essendo lunga 70 chilometri e larga 30. È un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto. Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti. «La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega Boschi — scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri». Nel cuore del Marsili gli strumenti hanno dato un volto alla camera di magma incandescente che si è formata e che oggi raggiunge le dimensioni di quattro chilometri per due: è come una pentola ribollente con il coperchio ben tappato. Il Marsili è da anni un sorvegliato speciale per alcuni segni lanciati.
La sua storia si confonde nel tempo e non si sa quando sia avvenuta l’ultima eruzione: di certo in epoche lontane. Ma proprio i segnali emessi hanno indotto a studiarlo e l’ultima campagna iniziata in febbraio con la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha fatto aumentare la preoccupazione. Le frane rilevate indicano una instabilità impossibile da ignorare. «Il cedimento delle pareti — nota Boschi — muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione ». La ragione sta nella situazione in cui si trova il vulcano. L’Etna in questi anni è stato tappezzato di strumenti in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso. Il Marsili non solo è sommerso ma è privo di queste sonde pronte ad ascoltare le sue eventuali cattive intenzioni. Bisognerebbe installare una rete di sismometri attorno all’edificio vulcanico collegati a terra ad un centro di sorveglianza. Ma tutto ciò è al di fuori di ogni bilancio di spesa. Con le risorse a disposizione si collocherà qualche nuovo strumento ma non certo la ragnatela necessaria. «Quello che serve — conclude Boschi—è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».

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