lunedì 3 ottobre 2011

Meredith, il giorno del giudizio per Amanda e Raffaele


Ultimo atto del processo di secondo grado nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di aver ucciso, quattro anni fa, Meredith Kercher. I due ragazzi, da quattro anni in carcere condannati in primo grado rispettivamente a 26 e 25 anni), hanno avuto la possibilità di fare dichiarazioni spontanee dopo le repliche dei difensori.  

VERDETTO IN SERATA - E' slittato l'orario della sentenza. Con ogni
probabilita' sara' tra le 21,30 e le 21,45, come e' stato fatto sapere ai giornalisti. Inizialmente, questa mattina, il presidente aveva parlato delle 20 come orario indicativo, ovvero "non prima delle 20" aveva precisato.
CAMERA DI CONSIGLIO - La corte d'Appello di Perugia si è ritirata in Camera di consiglio poco prima delle 13. I giudici si sono fatti portare il pasto nella stanza del Palazzo di Giustizia dove sono chiusi da poco più di tre ore. Un edificio presidiato dalle forze dell'ordine e dove all'esterno continuano ad esserci moltissimi giornalisti.
UN CASO MONDIALE - Un caso, quello di Perugia, che tra le tante iniziative messe in atto Oltreoceano a difesa dell'innocenza della Knox, ricorda ancora l'emittente, ha visto anche quella della senatrice dello Stato di Washington, Maria Cantwell, che in un appello al segretario di Stato, Hillary Clinton, parlò di "anti-americanismo" dei giudici italiani. Eppure, commenta la Fox, cui pure i toni nazionalistici non mancano, nonostante il grande risalto dato dai media, la vicenda "non ha mai messo in discussione i rapporti tra Italia e Stati Uniti". Sul fronte dei network britannici, Skynews ha messo in campo una copertura da grande evento, con dirette video e titoli a effetto: "Amanda Knox scoppia in lacrime mentre fa il suo appello finale". Sul sito, anche un «Live blog» con l'aggiornamento, via Twitter, delle varie fasi della giornata finale del processo. Perfino il Sun, che pure, in passato, non aveva evitato i toni accesi, si limita alla cronaca. Le certezze del processo di primo grado, sembrano, anche per il tabloid, essere state incrinate dal processo di appello e dalla perizia che ha messo fortemente in discussione l'operato degli investigatori. Infine, la Bbc, che riferisce della dichiarazione finale della Knox e ripercorre, in attesa della sentenza di stasera, le varie fasi dell'inchiesta e del procedimento giudiziario. Anche per l'emittente britannica, l'unica, vera, protagonista del processo, è lei: Amanda Knox. 
Processo Perugia Meredith 260911 1
LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DI RAFFAELE "Per questo 'Signor nessuno' viene chiesto il carcere a vita, se non la pena di morte. Io sono innocente, non ho ucciso, non abbiamo ucciso". Raffaele Sollecito ha chiesto alla Corte d'assise d'appello di considerare la sua innocenza, ha chiesto di sottrarlo a quella che ha definito "ogni giorno in carcere, alla fine di ogni giorno, è sempre la morte, è sempre cosi'". La voce incerta, l'emozione fortissima che l'attanagliava, e di questo ha chiesto scusa alla Corte, il giovane universitario barese nelle sue dichiarazioni al termine dell'ultima udienza ha avuto anche un pensiero tutto speciale: "Vorrei lasciarvi un piccolo omaggio - ha detto alla Corte -, questo braccialetto che porto al polso su cui c'e scritto 'Liberi Amanda e Raffaele', non l'ho mai tolto dal polso, me l'hanno regalato, penso ora sia arrivato il momento di toglierlo. E' un po' ingiallito ma non e' sporco. Questo braccialetto e' un concentrato, e' intriso di diverse emozioni". E ha spiegato: "Il desiderio di giustizia, gli sforzi, il cammino fatto in questo tunnel oscuro verso una luce, c'è desiderio di libertà e un pò l'affetto e la tenerezza che io e Amanda ci siamo mostrati da quando ci siamo conosciuti". Quel braccialetto ha rappresentato oggi nella testa di Raffaele Sollecito l'elemento che condensa tutta la sua linea difensiva, "penso che questo braccialetto appartenga in qualche modo alla storia e al passato, rappresenta il passato. Spero che ci sia per me e Amanda un nuovo futuro e nuove speranze, che penso meritiamo". Sollecito ha aperto la sua dichiarazione sottolineando "è un momento un po' critico, sono un po' teso ovviamente. Quello che riuscirò a dire è niente in confronto a quello che vorrei dire. Vorrei comunicare quello che sto soffrendo in questi anni. E' talmente grande quello che e' accaduto, non esiste una dichiarazione che possa racchiudere tutto insieme".
LE DICHIARAZIONI DI AMANDA -  "Io voglio tornare a casa, voglio tornare alla mia vita. Non voglio essere punita e privata della mia vita futura per qualcosa che non ho fatto". "Io non ho ucciso, non ho mai fatto le cose che dicono io abbia fatto". Amanda Knox in lacrime chiede alla Corte d'assise d'appello di non essere condannata, chiede venga riconosciuta la sua innocenza e anche quella di Raffaele Sollecito, imputato con lei per l'omicidio di Meredith Kercher. Sono stati 15 minuti di dichiarazioni accompagnate da singhiozzi e lacrime quelle della studentessa americana prima che la corte si riunisse in camera di consiglio. "Noi meritiamo la liberta' perche' non abbiamo fatto qualcosa per non meritarla. Ho tantissimo rispetto per questa Corte e per la cura che ha avuto in questo processo. Vi ringrazio e vi chiedo per questo giustizia". "Io non sono quella che loro dicono: la perversione, la violenza, il fatto che il rispetto per la vita e per la persona non mi accompagnano. Non ho ucciso, non ho violentato - ha detto ancora Amanda -, non ho rubato, non ero la', non ero presente al crimine". La ragazza ha detto inoltre alla Corte "non ho mai fatto le cose di cui si parla. Mi hanno detto 'dicono che cosi' succedono le cose', ma come cosi'? Ero disordinata ma avevamo buoni rapporti con gli altri inquilini. Con Meredith avevamo una amicizia. Meredith e' stata uccisa e io ho sempre voluto la giustizia per lei". Amanda ha poi toccato anche uno dei punti caldi dell'accusa, il rischio che qualora venga assolta possa lasciare l'Italia e quindi rendere impossibile un ulteriore giudizio con lei presente: "Io non fuggo dalla verità, io insisto per la verita'; io insisto dopo 4 anni sulla mia, sulla nostra innocenza perche' e' vera e merita di essere difesa e riconosciuta. Io voglio tornare a casa". La ragazza ha detto che non conosceva Rudy Guede ed ha aggiunto "se io fossi stata la' sarei morta come lei. Io non c'ero, ero da Raffaele, lui era tutto per me in quel momento. Avevo la mia educazione, il senso di dovere di fronte alla giustizia, delle autorità mi fidavo ciecamente, completamente, assolutamente di loro. In quei giorni io sono stata tradita, sono stata manipolata nella notte tra il 5 e il 6 novembre (2007, nrd)", riferendosi ai verbali di polizia. Amanda ha sottolineato più volte che davanti alla Corte e' stato affrontato il discorso su chi lei sia veramente, "dicono che sono persona diversa da come sembro, diversa dopo tanto tempo, e non si capisci chi io sia. Ma io sono la stessa persona di 4 anni fa. La sola cosa che mi distingue è quello che ho sofferto in questi anni, io ho perso una amica nel modo più brutale, inspiegabile. La mia fiducia assoluta nell'autorita' della polizia e' stata tradita, ho dovuto affrontare accuse senza fondamento, assolutamente suggestive, false, e sto pagando con la mia vita le cose che non ho commesso. Ero piu' giovane e quattro anni fa ero una ragazza che non sapeva cosa significasse la parola tragedia, la vedevo solo in televisione. Non sapevo come affrontare, interpretare una tragedia come quando abbiamo scoperto che Meredith era stata uccisa. Non riuscivo a crederci mi chiedevo come era possibile. Poi tanta paura...".
IL PRESIDENTE: RICORDIAMOCI CHE UNA RAGAZZA E' MORTA IN MODO ORRIBILE - "Ricordiamoci che  è morta in modo orribile una bellissima ragazza e ricordiamoci anche che sono in gioco le vite di due altri giovani". Sono le parole pronunciate dal presidente della corte d'assise d'appello, Claudio Pratillo Hellmann, nel momento in cui ha dichiarato concluso il processo di secondo grado a carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Parole con cui il presidente ha inteso sottolineare il suo invito al pubblico in aula ad evitare, quando ci sara' la lettura del il tifo contrapposto di innocentisti e colpevolisti. Qui - ha detto Hellmann - "non c'e' spazio per tifoserie contrapposte, questa non e' una partita di pallone...". Poi, accompagnato da un profondo sospiro, "bene, abbiamo finito...". Il tempo di lasciare l'aula ed e'
LA FAMIGLIA DI MEREDITH: VOGLIAMO GIUSTIZIA - Chiedono "giustizia per Meredith" e che non venga dimenticata, i familiari della giovane studentessa inglese barbaramente uccisa la notte tra il primo e il 2 novembre 2007. In una conferenza stampa a poche ore dal verdetto d'appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, la madre di Meredith, Arline, la sorella Stephanie e il fratello Lyle hanno affermato: "anche noi vogliamo giustizia per Meredith". "Non possiamo biasimare - ha detto la sorella - quanto ha fatto la famiglia Knox in questi mesi ma per noi come famiglia e' difficile ritrovarci in un sistema in cui c'e' stata una campagna mediatica di tali proporzioni". Stephanie ha quindi sottolineato che "siamo qui per dire che anche se si parla di loro (Amanda e Raffaele, ndr) questa e' la storia di Meredith e non vorremmo che fosse dimenticata". A chi chiedeva loro di un possibile perdono, i familiari di Meredith hanno risposto che "in questo momento stiamo alla ricerca della verita', la verita' per capire cosa è veramente successo a Mez".

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